Presso la sala di rappresentanza di Palazzo di città
«La violenza ha mille volti, il nostro compito è quello di svelarli e denunciarli» ha affermato Stefano L’Abbate, presidente del Lions Club Fasano Host, nell’incontro organizzato ieri sera a Palazzo di città dal Lions Club.
L’evento – patrocinato dal Comune – ha visto la presenza dell’avvocato penalista Antonio Maria La Scala, presidente delle Onlus “Penelope” e “Gens Nova”, in qualità di relatore e già ospite di un incontro sul tema del cyberbullismo lo scorso febbraio, Marina Basile, redattrice del Quotidiano di Bari e moderatrice della serata, il comandante della Guardia di Finanza Fasano Domenico Pirrò, i rappresentanti dell’Associazione Nazionale Finanzieri di Fasano, l’assessore alla pubblica istruzione Cinzia Caroli e l’ex sindaco Lello Di Bari.
«Il fenomeno della violenza è così complesso e radicato che è diventato un vero e proprio problema culturale, per questo è fondamentale una campagna di sensibilizzazione» ha dichiarato nella presentazione della serata il presidente L’Abbate. La violenza non è infatti solo fisica ma anche psicologica, e riguarda non solo la vasta tematica del femminicidio ma anche il cyberbullismo a danno dei più piccoli, spesso vittime di pedopornografia online.
Ha preso subito la parola l’avv. La Scala per dare idea del fenomeno del femminicidio: «La situazione è disastrosa» ha affermato senza mezzi termini La scala proseguendo «In Italia sono scomparse 3306 donne, 2400 donne sono state ammazzate negli ultimi dieci anni, avviene un femminicidio ogni due giorni e un terzo delle donne subisce violenza di qualche tipo. È un bollettino di guerra drammatico».
Il problema vero e proprio è – come ha affermato La Scala – che il cittadino non sa neanche che negli ultimi anni sono stati fatti passi da gigante dal punto di vista delle leggi in merito. Si parte con la legge 119/2013, il primo decreto a contenere le misure contro la violenza di genere. Attraverso gli anni si è arrivati anche all’approvazione della legge 4/2018 che favoriisce una serie di misure a protezione del minore rimasto orfano dopo episodi di omicidi in famiglia, favorendone l’assistenza sanitaria gratuita e il reinserimento nella società grazie ad agevolazioni nei concorsi pubblici. Il decreto prevede anche il patrocinio gratuito, ovvero l’assistenza di un avvocato a titolo gratuito per qualsiasi fascia reddituale, nonché la possibilità di cambiare il cognome per ragioni di sicurezza a seguito di tali episodi.
Nel nuovo anno altri passi sono stati fatti con il Codice Rosso, il disegno di legge giunto lo scorso marzo alla Camera che inasprisce le pene previste per i maltrattamenti in famiglia e introduce per la prima volta l’omicidio di identità per i tristi casi delle “vittime dell’acido”, dove le pene sono più che raddoppiate.
«E tante altre sono le modifiche al quadro normativo, ma non basta» ha affermato La Scala dicendo «bisogna lavorare molto nella fase della prevenzione nelle scuole, spesso luogo di bullismo, la prima vera forma di violenza. Bisogna far capire che questi atti sono reati punibili, e possiamo farlo solo con l’aiuto dei genitori».
A questi ultimi un appello su un maggior controllo che devono tenere nei confronti dei figli, spesso lasciati da soli al cellulare o al computer e incapaci di distinguere quale sia il buono e il brutto del web. Spesso il loro silenzio è il primo campanello d’allarme riguardo a una situazione che va chiarita e risolta per evitare conseguenze peggiori.
Non è mancato il ricordo, da parte del dottor Lello di Bari, di Palmina Martinelli, il cui caso è stato riaperto pochi anni fa. «La storia di Palmina è viva nel mio ricordo anche se sono passati più di 37 anni» ha affermato il dottor Di Bari proseguendo «probabilmente oggi sarebbe andata diversamente, non l’avrebbero ingiustamente accusata di suicidio.»
L’avvocato La Scala ha voluto infine pregare tutti quanti, a partire dalla famiglia e dalla scuola, di unirsi nella lotta alla violenza, perché da soli purtroppo non si va da nessuna parte.