Argentieri, presidente di Federalberghi Brindisi, intervistato dalla nostra testata, ha sottolineato tutto quello che non funziona
FASANO – Sembra non esserci più un dialogo costruttivo tra gli albergatori di Fasano e l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Francesco Zaccaria. Federalberghi di Brindisi, presieduta da Pierangelo Argentieri, ha affisso per le vie del centro di Fasano alcuni manifesti per mettere in evidenza i tanti disaccordi che si sono creati con la Giunta comunale in merito all’imposta di soggiorno. «Abbiamo cercato sempre un dialogo con i governatori della città – spiega a GoFasano il presidente Argentieri –, ci convocano, ci fanno credere che ci stanno ascoltando e poi ci prendono in giro. A questo punto abbiamo capito che per far valere le nostre istanze dobbiamo rivolgerci sempre al Tar».
In questi manifesti grandi 70×100 affissi per la città, Federalberghi Brindisi cerca di chiarire alla cittadinanza fasanese i motivi del disaccordo. «Nel febbraio 2019, a causa di problemi di Bilancio comunale e in seguito a nuove norme governative, l’Amministrazione comunale – afferma Argentieri – ha approvato un regolamento con delle tariffe altissime rispetto a quello che era l’obiettivo del Comune (incassare almeno un milione e 200mila euro), ovvero il doppio rispetto l’anno precedente. Il sindaco Zaccaria dopo varie proteste e manifestazioni degli operatori, in seduta pubblica, prese l’impegno che al raggiungimento dell’obiettivo avrebbe rimodulato la tariffa».
Il raggiungimento della somma preventivata avvenne durante il mese di agosto 2019 e gli albergatori chiesero subito al sindaco la rimodulazione come promesso e, soprattutto, tenendo conto della reale sproporzione dell’imposta accertata. Alla richiesta di incontro degli albergatori non è mai arrivata una risposta da parte degli organi comunali.
«A fine del 2019 – riprende Argentieri – il Comune ha incassato un milione e 800mila euro (ben oltre 600mila euro in più di quanto previsto) e per questo ci si aspettava una riduzione delle tariffe. Purtroppo, nonostante le varie lamentele ricevute da tutti i clienti che hanno soggiornato nel territorio e le nostre rimostranze, l’Amministrazione comunale, non solo non ha voluto rinunciare a quel maggiore gettito, ma ha addirittura introdotto l’Imposta di soggiorno anche nei mesi “morti” (da novembre a marzo), riconoscendo la riduzione ai soli gruppi».
Poiché Federalberghi si è sentita più volte presa in giro durante gli incontri che si sono susseguiti con l’Amministrazione comunale, «per ottenere giustizia e verità, gli operatori turistici sono stati costretti a rivolgersi al Tar di Lecce, il quale, nel settembre 2020, ha accolto le istanze degli albergatori, annullando sia i regolamenti che le tariffe approvate dall’Ente. Questo perché era mancato il confronto con gli albergatori e perché l’Amministrazione comunale non aveva proporzionato l’imposta di soggiorno alla differenza di prezzo della camera pagata in bassa stagione rispetto a quella dell’alta stagione. Ormai il danno era stato fatto».
Ora, dopo vari incontri con le associazioni delle strutture ricettive, l’Amministrazione comunale non ha ancora accolto le richieste degli operatori di considerare alta stagione solo i mesi di luglio e agosto, creando di fatto una lunga unica alta stagione da giugno a ottobre con la stessa tariffa altissima del precedente regolamento, «riconoscendo – riprende Argentieri – i mesi di aprile, maggio, novembre e dicembre quale media stagione con una riduzione di sole 0,50 euro (mediamente appena il 12%). Non è un mistero che nei mesi di giugno, settembre e ottobre i prezzi sono di molto inferiori a quelli di agosto. L’Amministrazione comunale ha disatteso i propositi della precedente sentenza, danneggiando un comparto, quello del turismo, già in crisi a causa della pandemia da Covid-19. Questa è la verità».
Federalberghi ha anche proposto all’Amministrazione comunale di gestire il 10% degli introiti della tassa di soggiorno per favorire la mobilità elettrica, migliorare il segnale wi-fi, ritinteggiare le pareti delle strutture, «ma questo ci è stato negato, anzi la Giunta Zaccaria ha fatto delle proposte irricevibili se avessimo deciso di gestire quel 10% della tassa», conclude Argentieri. Nonostante il valore triplicato degli introiti, poco o nulla è stato fatto per il turismo a Fasano: pochi servizi, basso controllo sull’abusivismo e scarso decoro urbano. Sono dell’avviso che all’Amministrazione Zaccaria noi operatori alberghieri siamo antipatici».