
Avvocato e sindaco di Fasano nel 1967, ha rappresentato il socialismo fasanese
FASANO – Si è spento, all’età di 84 anni, l’avvocato Pietro Dell’Anno. Commosso il ricordo dei fasanesi e di quanti lo hanno conosciuto nell’attivismo politico locale. Di seguito riportiamo il pensiero che l’ex sindaco Lello Di Bari ha voluto dedicare all’ex sindaco che, con Di Bari, ha condiviso diversi momenti dell’esperienza politica fasanese e non solo.
“Pierino, ti ho conosciuto in diverse vesti: dapprima come giovane praticante (con altri due giovani, Vito Rosiello e Pierino Liuzzi) nello studio di papà, poi come politico, poi come avvocato, ma soprattutto come uomo.
Da ragazzino, quando pensavo ancora di fare l’avvocato da grande, vi guardavo affascinato durante le interminabili disquisizioni giuridiche con papà che alla fine vi invitava a trovare il ‘bandolo della matassa’ (era questa la frase con cui concludeva quegli incontri); ed ero affascinato perché per me eravate tutti bravissimi, parlavate con perfetta padronanza di cose per me allora incomprensibili, alternando un perfetto italiano ad un altrettanto perfetto dialetto.
Andavo via invece quando gli incontri diventavano lezioni di politica e lo studio si popolava di tanta altra gente oltre ai soliti tre praticanti; ed andavo via perché, all’epoca, pensavo che la politica non avrebbe mai toccato la mia sfera di interessi.
In diverse occasioni, in seguito, hai sempre affermato che in quello studio si preparava il futuro (sono parole tue), che in quello studio avevi imparato tante cose tranne una: papà non vi aveva mai insegnato a riscuotere parcelle.
E a riscuotere parcelle, non lo hai imparato nemmeno in seguito; anche tu sei stato l’avvocato della povera gente, impegnandoti al massimo anche in quei casi in cui sapevi già che non ci sarebbe stata parcella perché tanto non la sapevi chiedere.
Hai ricoperto incarichi di prestigio, sei stato anche Sindaco di questa Città, ma in ogni circostanza sei stato sempre umile e disponibile con tutti.
Dopo la morte di papà, ero un giovanissimo medico, mi hai martellato per convincermi ad entrare in politica (come ho detto prima avevo sempre pensato che la politica sarebbe stata estranea alla mia vita) candidandomi alle provinciali dell’80 nel partito di papà, quel Partito Socialista Italiano che entrambi avete portato nel cuore fino alla morte.
E da allora mi hai accompagnato in questa nuova avventura costringendomi letteralmente a fare la ‘vita di partito’ con le interminabili riunioni che si protraevano fino a notte fonda, cercando di insegnarmi la politica così come avrebbe fatto papà; difatti, il mio papà ‘politico’ sei stato tu e, se non ti ho mai detto grazie in tutti questi anni, approfitto per dirtelo adesso.
E sei stato avvocato quando, con mia cugina Milena e con Dino Musa, mi avete assistito in un momento molto particolare della mia vita; ma facevi l’avvocato con gli altri; con me, quando eravamo soli, facevi il fratello maggiore, rincuorandomi e rassicurandomi sulla positiva evoluzione delle cose, così come in effetti è stato.
Dal punto di vista medico mi chiedevi consigli, ti facevi visitare (qualche volta con ritrosia pudìca, per ovvi motivi) ma, alla fine, ti fidavi di quello che dicevo e ti comportavi da bravo paziente.
E quando, dopo la scomparsa dei partiti tradizionali (ormai preso nel laccio di quella politica alla quale tu mi avevi fatto appassionare) decisi di candidarmi Sindaco in Forza Italia, dovetti sorbirmi il tuo disappunto; non mi votasti, l’hai sempre detto, però al mio comizio di ringraziamento eri lì e ti commuovesti, se ne accorsero tutti.
Ed in tutti gli anni in cui sono stato Sindaco, spesso ti ho chiesto consigli; altre volte, non richiesto, sei venuto spontaneamente a darmene.
Non sempre li ho seguiti, ma tu lo hai sempre saputo.
Ed oggi sono qui a dirti per l’ultima volta:
grazie per tutto, Pierino…”
