
Presente per l’iniziativa l’assessore alle pari opportunità Cinzia Caroli
FASANO – La Giornata internazionale della donna è diventata una data per celebrare i progressi delle donne nella società, nella politica e nell’economia, mentre le radici politiche della giornata significano che scioperi e proteste vengono organizzati per aumentare la consapevolezza della continua disuguaglianza.
Al Sacro Cuore è da diversi anni che si celebra la Giornata della Donna. Quest’anno si è voluta dare un tono più significativo sia per la pandemia in corso e sia per il Conflitto in Ucraina.
Le origini della festa della donna vengono tradizionalmente legate all’incendio di una fabbrica di camicie Cotton avvenuto nel 1908 a New York, durante il quale persero la vita moltissime operaie. Leggenda narra che accanto alla fabbrica andata in fiamme ci fosse proprio un albero di mimose: sarebbe proprio questo il motivo per cui la pianta è stata poi scelta come simbolo ufficiale della festa dedicata alle donne. Diversa è invece la tradizione italiana: si dice che qui la mimosa sia diventata la “pianta delle donne” nel 1946, quando l’UDI, cioè l’Unione Donne Italiane, cercava un fiore che potesse essere regalato al sesso femminile in occasione della prima Festa delle donne del dopoguerra. La mimosa era una delle poche piante che fioriva agli inizi di marzo ed inoltre era poco costosa. Da allora è diventata anche nel nostro paese il simbolo di questa giornata.
Nell’incontro dello scorso 8 marzo, presieduto dalla dott.ssa Cinzia Caroli di Fasano, l’assessore ha ribadito: «Vogliamo un mondo visto dalle donne capaci di guardare con il cuore e di tenere insieme i sogni e la concretezza. Da madri sanno custodire, sanno tenere insieme i fili della vita, come affermato da Papa Francesco, in una sintesi perfetta del valore dello speciale contributo femminile nella società e in ruoli di responsabilità».
A passo veloce e con consapevolezza, le donne italiane procedono, a tutto campo, nel difficile cammino formale e culturale per la non discriminazione. Tra gli ultimi baluardi, l’attribuzione del cognome della madre, e non solo del padre, è il tassello per ribadire il diritto alla propria identità, in un percorso di parità di genere.
Messaggi forti vengono dal mondo giovanile, dove si è unita la voce delle ragazze che vivono momentaneamente presso le Comunità Residenziali del Sacro Cuore. Uno dei messaggi alle ragazze dell’Istituto è stato: “L’istruzione è un diritto fondamentale a cui dovrebbero avere accesso tutti e che spesso diamo per scontato. Purtroppo, infatti, oggi i dati ci raccontano una realtà che vede ancora una forte discriminazione di genere a danno della popolazione femminile. Soprattutto in alcune aree del mondo, l’istruzione femminile rappresenta ancora una meta da conquistare”.


