Genitori in protesta dinanzi ai cancelli della scuola, intervengono il sindaco Zaccaria e l’assessore Caroli
FASANO – Genitori inferociti questa mattina (26 aprile) davanti ai cancelli della scuola media “Giacinto Bianco” di Fasano. Alla base della protesta c’è la decisione assunta dalla dirigente scolastica Maria Conserva nel giorno in cui il Governo ha stabilito il rientro in classe anche degli alunni di seconda e terza media, come da DPCM.
La preside, già nell’occhio del ciclone della politica da alcune settimane, oltre che degli stessi genitori, ha disposto la sistemazione di tre classi di terza media nello spazio comune della palestra scolastica, non facendole accomodare invece nelle aule della struttura (dieci per la precisione). Alla base della motivazione, a quanto pare, la volontà di non tenere gli alunni (circa sessanta) in spazi piccoli e al chiuso, in periodo di pandemia.
La protesta si è sollevata perché gli stessi temono per i loro ragazzi, costretti a convivere tutti insieme, in spazio comune, per cinque ore al giorno. Non solo, a loro dire, è impossibile seguire la lezione del proprio docente: «Come può un alunno – hanno sostenuto – seguire ciò che dice il suo professore, quando di fianco ce n’è un altro a parlare ai ragazzi dell’altra classe? E di fianco, un altro ancora? Per non parlare dell’audio che arriva, anzi che non arriva, a casa per gli alunni in dad. Non ci sono prese elettriche, non arriva il segnale wi-fi e i docenti sono costretti a trasmettere la lezione dai propri telefoni cellulari, è assurda questa decisione».
In mattinata, sul posto, sono giunti anche il sindaco Francesco Zaccaria e l’assessore Cinzia Caroli. Il primo cittadino ha parlato ai genitori, rassicurandoli anche sulle indagini in corso che sta svolgendo la polizia giudiziaria. «La dirigente – ha detto – sarà convocata in caserma per spiegare i motivi della decisione assunta e per dimostrare che ci sono tutti i documenti necessari a sostegno del suo provvedimento. Vogliamo capire per quale motivo non siano state utilizzate le dieci aule presenti nella struttura anziché mettere i ragazzi in palestra».