Nota del coordinatore regionale del Diccap
Riceviamo e pubblichiamo dal sindacato Diccap – Coordinamento Regionale Puglia-Molise-Basilicata nota di replica all’articolo pubblicato in data 11 luglio dal titolo “I sindacati chiedono di attribuire ai marescialli della Polizia locale di Fasano il grado di ispettore“
Gent.mo Direttore,
in qualità di Segretario regionale del Sindacato in epigrafe, mi vedo costretto a replicare al “comunicato” dell’11 luglio u.s., a firma di Angela Serracca della Cisl Fp di Taranto/Brindisi, pubblicato sul quotidiano “Gofasano.it”, con il quale sono stati, artatamente, distorti i fatti e prospettate tutt’altre realtà.
Non nascondo che, dopo aver letto il comunicato della predetta sindacalista, nonostante la mia quasi trentennale esperienza sindacale, non mi era mai capitato di dover replicare ad un articolo di un dirigente sindacale che, a primo impatto, si mostra tanto saccente ed arrogante, quanto, poi risultare essere solo ricco di illazioni e pregiudizi per i seguenti motivi.
Per “giustificare” le motivazioni per cui l’ho apostrofata con suddetti termini, reputo necessario mettere in luce le inesattezze in esso contenute e smascherare, quindi, il maldestro tentativo – perché tale è- di fuorviare quali sono i reali diritti sindacali e dei lavoratori. Tutto ciò a vantaggio delle Autorità coinvolte dal comunicato della sindacalista (di cui non si conosce il ruolo), nonché dei lavoratori a cui, ancora una volta, vengono fatte le classiche “promesse da marinaio”. L’ostentato modo di mostrarsi saccente ed arrogante, invece, si poggia su un “pilastro di sabbia” così debole che, dopo averlo sgretolato punto per punto, farà emergere tutta la sua ignoranza sull’argomento.
Nella nota del 6 luglio u.s., si legge infatti che: “…non vi è in atto alcuno stato di agitazione del Corpo della Polizia Locale di Fasano perché non si è tenuta alcuna assemblea sindacale che abbia < decretato> ciò, ovvero ottenuto un assenso generalizzato…”. A meno di una mia mnemonica patologia, non ricordo ne di aver mai “revocato” lo stato di agitazione della categoria (cfr. non del Corpo di P.L.), ne di aver mai conferito, alla suddetta cislina, la delega di rappresentanza anche del Diccap sì da consentirLe di parlare in nome e per conto della O.S. da me legalmente rappresentata. Il sindacato che fieramente rappresento, anche se la sindacalista lo ha definito “minoritario”, per dovere di cronaca, conta circa il 50% di iscritti nel Comando di Fasano, quindi….tanto “minoritario” non lo è, anzi…..! Ancora oggi non mi spiego e, pertanto, sono tentato di chiederlo a Lei, perché mai si è arrogata il diritto di “smentire” lo stato di agitazione, dichiarato dal sottoscritto, ANCORA IN ATTO ed in attesa di concreta definizione presso la Prefettura di Brindisi, nel rispetto dell’iter di legge della convocazione.
Passo ora al “pilastro di sabbia”!
Lungi da me dal voler essere offensivo, devo premettere che il comunicato a firma della Cisl ha destato in me così tanto stupore e perplessità, sì da pensare che lo avesse scritto un dirigente sindacale alle “primissime armi”. Infatti, chi conosce le più elementari norme del diritto sindacale, del diritto di sciopero e della regole della contrattazione, ben dovrebbe sapere “l’ABC” di tali norme, sia per non commettere certi errori che per sostenere certe “necessità”, tipo: “una preliminare assemblea sindacale per poter dichiarare uno stato di agitazione della categoria e, di conseguenza, una sorta di “nulla osta” da parte dell’intero Corpo di Polizia Locale”.
Oltre a quanto sopra, nella nota de qua balza agli occhi, altresì, un “grappolo” di inesattezze, tra cui: “…che il progetto della Polizia Locale andrebbe discusso in delegazione trattante”; “…che in una riunione del 6 luglio scorso si possa “trattare” del regolamento di funzionamento del Corpo e di una questione abbastanza controversa (a loro dire) < quella relativa all’attribuzione dei gradi>; ” che il Comandante possa azzerare il pregresso e, quindi, attribuire gradi non secondo legge”.
E’ appena il caso di rammentare alla sindacalista, visto che si è arrogata alcuni diritti, che nessuna norma o Statuto sancisce che, per dichiarare uno stato di agitazione della categoria, è necessaria una preventiva assemblea sindacale ed ottenere il suo “consenso generalizzato”. Nessuna norma contrattuale riconosce alla parte sindacale il potere di “discutere” un progetto finalizzato in delegazione trattante. Nessuna norma contrattuale riconosce ai soggetti sindacali il potere di “suggerire” al Comandante di assegnare i gradi secondo il principio sostenuto in una loro riunione. E’ il caso, a mio modesto parere, che la sindacalista si chieda e ricerchi, invece, il perché delle perplessità del Comandante sull’argomento. Sarà mica che quest’ultimo abbia vissuto qualche analoga situazione in qualche Ente in cui ha lavorato in precedenza ed è ha conoscenza dell’esito? Sarà fors’anche a conoscenza già di precedenti giudiziari in materia o di pareri richiesti ed espressi dal Comitato Tecnico Scientifico della Regione Puglia? Credo che, se la sindacalista non si fosse fatta prendere la mano dall’enfasi e, prima di fare il comunicato oggetto di questa replica, si fosse documentata da suoi colleghi, membri del Comitato suddetto o in servizio presso altri Enti, avvezzi nel fronteggiare tale problematica, il comunicato sarebbe stato di tutt’altro tenore e contenuto.
E’ palese, per quanto sopra, che “la smania di onnipotenza” è da attribuire ad altri che, nel caso in specie, non può che essere rispedita alla mittente, la medesima sostenitrice di coloro che, in quanto a divisioni interne, dicono la loro da diverso tempo, facendo dei “gradi da ispettore” non una questione di diritto bensì di principio o, ancor peggio, personale!
In vero, nel contesto trattato mi è affiorata spesso in mente la metafora della favola “La volpe e l’uva” (Esopo). Difatti, come non riconoscere, nel ruolo della “volpe”, la furba sindacalista della Cisl, la quale, non arrivando a (far) prendere l’uva (i gradi da ispettore) ai suoi iscritti, dice che l’uva è acerba e che non matura per colpa di altri. Correttezza vorrebbe, una volta tanto e visto che la “copertura del vigneto” (la generale questione dei gradi) è stata scoperchiata e sollecitata, che la “volpe” dicesse, ai pochissimi suoi iscritti, non che l’uva è acerba, bensì che non potrà mai maturare (i gradi da ispettore)….per coloro che non hanno i requisiti previsti dalla Legge e Regolamento regionale sull’Ordinamento della Polizia Locale!
San Giovanni Rotondo, lì 13 luglio 2020
Il Coordinatore Regionale
Dott. Luigi Sabatelli