Il tutto è avvenuto all’interno dell’operazione “Pianeta Italia”, che ha come protagonista uno degli artefici della caduta del Governo Prodi
FASANO – Un ruolo di primissimo piano nelle presunte azioni malavitose dell’ex senatore romano Sergio De Gregorio (arrestato ieri) potrebbe averlo avuto il 43enne fasanese Pietro Schena, in manette insieme ad altri quattro pugliesi nell’operazione “Pianeta Italia” che ha smantellato una presunta organizzazione che ha portato in carcere l’ex senatore del Pdl, noto soprattutto tra i protagonisti della “caduta” del Governo Prodi.
Le attività di indagine, condotte dalla I Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Roma, coordinate dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia, si sono protratte per circa due anni ed hanno consentito di delineare il coinvolgimento degli indagati. De Gregorio è accusato di estorsioni ai danni di almeno due bar romani: l’ex bar “Surma” di via Flavia e il bar “Enjoy” di via Chiana. Entrambi i titolari dei due locali sarebbero stati minacciati dalla banda di De Gregorio, il cui braccio destro sarebbe il fasanese Pietro Schena (titolare di una nota sala ricevimenti a Martina Franca), definito dal giudice “scaltro e spregiudicato”, i cui metodi “lasciano intravedere la sua spiccata pericolosità sociale”.
Nelle carte dei pubblici ministeri vengono raccontate le estorsioni nei confronti dei proprietari dei due bar e il successivo riciclaggio di denaro. Questo il racconto dell’ex gestore del bar Surma: “Vito (membro della banda ndr) è venuto da me e mi ha minacciato e in una circostanza addirittura mi ha aspettato sotto casa”(…) “per pochi giorni ho deciso di chiudere il locale e dopo una settimana sono tornato e ho trovato una catena chiusa con un lucchetto (…) ho consultato gli altri soci ma abbiamo capito che era meglio evitare altre ripercussioni ed andare via mollando tutto (…). In diverse occasioni, infatti, sia Vito che alcuni suoi amici mi avevano consigliato di lasciare il locale e andare via”. Il gestore del bar “Enjoy” di via Chiana, invece, ha denunciato l’estorsione di 80 mila euro da parte del gruppo, sotto minaccia di far chiudere il locale: da quest’ultimo episodio è partita l’operazione “Pianeta Italia”.
Il gip Antonella Minunni scrive, nella sua ordinanza di custodia cautelare in carcere, che De Gregorio sarebbe “punto di riferimento indiscusso, lo stratega del gruppo, sempre pronto a ‘sistemare’ le cose. È lui che risolve le questioni sorte all’interno del gruppo e che suggerisce ogni volta le strategie difensive. Ha una caratura criminale e scaltrezza davvero eccezionale”. Oltre al fasanese Pietro Schena, coinvolti anche altri quattro pugliesi: Vito Meliota di Conversano, Antonio Fracena di Nardò, Vito Frascella di Taranto e Michelina Vitucci di Bari.
Secondo gli inquirenti, mettendo a segno alcune estorsioni, il gruppo criminale si sarebbe impossessato, a poco prezzo, di locali in punti strategici di Roma, riciclato denaro e intestato beni a prestanome. Alcune società sarebbero state create appositamente dall’ex senatore, considerato a capo del “gruppo criminale” e gestite “in maniera occulta” assieme a Schena e Frascella: una di quelle società, la “Pianeta Italia”, vedeva come amministratrice la moglie del tarantino. Dalle indagini sarebbe emerso tra l’altro che in uno di questi locali avrebbe voluto insediarsi Pietro Schena, con la gestione in comune con un siciliano vicino alla famiglia Riina. Accuse che ora dovranno essere smontate dai legali difensori degli arrestati.