Amore, passione e sacrifici vissuti dalla moglie di un calciatore dell’US Fasano
FASANO – Lasciare il calore dell’Argentina, la numerosa famiglia, lo studio, il lavoro, le proprie passioni per inseguire un amore, anzi due: quello per il marito, il calciatore Facundo Ganci, e quello appunto per il calcio. Noelia Andujar lo ha fatto e da otto anni è qui in Italia.
La giovane argentina ha scelto di cambiare vita insieme al suo Facu.: «Eravamo appena sposati – racconta – e gli è stata offerta la possibilità di giocare a Brindisi, all’epoca in serie D. Dopo i primi quattro mesi però ci siamo spostati a Casarano». La coppia infatti ha vissuto anche a San Severo, Tricase e Leverano prima di approdare qui a Fasano nel 2017, squadre in cui ha giocato Ganci.
Il calcio ce l’abbiamo nel sangue
«Era più facile quando eravamo solamente io e lui – spiega sorridente Noelia – Quando arrivano i figli bisogna pensare anche a loro. Francesca, 5 anni, è nata a Buenos Aires, a fine campionato (in quel periodo Facundo giocava a Tricase). Lorenzo invece, 2 anni e mezzo, è nato a Copertino, ha origini leccesi. Il piccolo è un grandissimo tifoso del Fasano, non parla ancora molto bene ma conosce a memoria tutti i cori! Il calcio ce l’abbiamo nel sangue – continua l’argentina – mio cugino è un ex portiere del Napoli, mio cognato invece gioca in serie A. In Argentina anche le donne giocano a calcio: io stessa ci giocavo da piccola. La nostra Francesca è già pronta per questa disciplina».
Ma non è stato facile l’arrivo in Italia. «Ascoltando la gente parlare, ci sentivamo su un altro pianeta. Non sapevamo dell’esistenza dei vari dialetti: per noi qualcosa di nuovo e difficile. Ma abbiamo avuto la fortuna di trovare sempre brave persone ad accoglierci. Ci siamo trovati benissimo, dappertutto. Qui a Fasano ci sentiamo ormai a casa. Siamo qui per il terzo anno. Per noi l’importante è stare tutti e quattro insieme».
Noi tre siamo lì, a tifare per lui
Emozionata, la signora Ganci si confida: «Una parte di me è rimasta in Argentina: ho lasciato università, lavoro e sport. Avevo cominciato a studiare disegno di moda e giocavo a pallamano. Pensavo di continuare a farlo in Italia ma qui non ci sono squadre femminili. Se tornassi indietro però, rifarei tutto. Quando sposi un calciatore, sai già cosa ti aspetta. Essere moglie di un calciatore non è ciò che si vede in tv. Veline o no, siamo tutte mamme e mogli. Il sentimento è lo stesso: si lascia tutto per inseguire un sogno. A volte è dura, loro non sono quasi mai a casa e bisogna farcela da soli. Ma noi tre siamo sempre lì, a tifare per lui. I bambini ci seguono ovunque. Non è facile ma si può fare».
Il piccolo Lorenzo grida sempre “Ganci goal”
Ganci infatti gioca sempre sotto lo sguardo attento di Noelia e i bimbi, i suoi primi sostenitori: «Io sono una tifosa di parte ma sono anche la prima a criticarlo. Ogni suo passaggio, ogni suo goal è emozionante perché io so che è frutto di sacrifici. L’emozione più bella è quella trasmessa dai bimbi. Per loro Facundo è il migliore. Per Lorenzo, gira tutto intorno a suo padre: vede un qualsiasi campo da calcio e urla “Ganci goal!”».
Con la squadra c’è un bel rapporto e anche con le altre mogli, condividono le stesse emozioni. L’amicizia però è nata soprattutto con gli altri argentini: «La nostra casa è la nostra Ambasciata argentina – scherza Noelia – da noi si parla spagnolo, anche i bambini lo parlano. Trasmettiamo loro lingua e tradizioni. Spero sempre di tornare in Argentina perché vorrei che loro crescessero circondati dalla mia numerosa famiglia e con l’amore dei nonni però per ora siamo qui ed è questa la nostra casa».