Il comunicato del coordinamento politico
FASANO – Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del coordinamento politico formato da Fratelli d’Italia, Circoli Nuova Fasano e Movimento in Comune.
“Era il 9 ottobre del 2022 quando inviammo alla stampa un comunicato che titolava ‘A sinistra ormai si litiga su tutto e a rimetterci è sempre il cittadino fasanese’ che come tema affrontava l’operato del ‘padre spirituale’ della attuale amministrazione, sin dal lontano 2016, che riscopriva la situazione sanitaria regionale, a dir poco critica, che riscopriva, altresì, che il tanto agognato obiettivo del nuovo ospedale era sempre più lontano e, che grazie al suo fare sin dal 2010, i fasanesi erano e sono (tutt’ora) costretti a vivere in quello che si può definire tranquillamente uno stato di ‘abbandono sanitario’, atteso che, come fatto estremamente grave, non si è mai dato attuazione reale al protocollo di intesa ‘per l’assistenza sanitaria alla popolazione del Comune di Fasano’ firmato dal Sindaco Zaccaria nel marzo del 2017 sancendo, così, la perdita definitiva di un proprio presidio ospedaliero e di una corretta e puntuale assistenza sanitaria.
In quel comunicato affermavamo che ‘la verità è una sola: il nuovo Ospedale lo sta costruendo la ASL di Bari, in provincia di Bari e nel territorio di Monopoli, sulla pelle dei fasanesi e sui servizi di cui sono stati privati’. Così era e così è tutt’ora. E nell’indifferenza più totale di chi ci amministra e dovrebbe fare i nostri interessi arriviamo ad oggi.
Il Quotidiano di Bari (del 21 gennaio 2024) scrive che per il ‘Nuovo Ospedale’ c’è un braccio di ferro, che l’ASL di Bari contesta il fine lavori (Bari! non Brindisi, che non ha voce in capitolo) e che il paladino dei non fasanesi, Fabiano Amati, auspica una risoluzione del contratto con ‘Partecipazione Italia del gruppo Webuild’, la società che sta costruendo l’ospedale. Nello stesso articolo, lo riportiamo per i fasanesi, è riportata la foto del cantiere e a fianco è riportata la dicitura ‘Il cantiere del nuovo ospedale di Monopoli’; nemmeno per sbaglio si fa riferimento a Fasano. Altra prova di come Amati e Zaccaria, insieme a tutto il PD locale, abbiano svenduto la
città e i suoi cittadini.
Come volevasi dimostrare, le brutte telenovelas sono quelle che durano di più: e quella del nuovo Ospedale Monopoli Sud è veramente una brutta fiction. 2018, 2020, 2024… anni ed anni senza ospedale, senza sanità, senza uno straccio di certezze. E così l’ultima dichiarazione dell’ineffabile Fabiano Amati plaude alla decisione della ASL Bari di non riconoscere il termine lavori dichiarato dall’appaltatore ‘Partecipazione Italia del gruppo Webuild’. L’ineffabile, quindi, riconosce quello che ha sempre negato: il costruendo ospedale era e sarà a servizio della ASL Bari.
D’altronde, le dichiarazioni di Amati vanno con il vento delle sue liaison politiche e la costruzione dell’ospedale una volta è un gioiello di efficienza ed un’altra un crogiuolo
di ritardi e cattive pratiche. Ora con l’ultima uscita (giusto quando siamo giunti all’ultimo miglio) Amati invoca la rescissione dell’appalto, come se fosse un gioco da ragazzi. È evidente che il sig. Amati è proprio intenzionato a privare le nostre comunità di uno straccio di possibilità di smettere di soffrire e morire al Perrino o al nosocomio di Francavilla Fontana.
Ma, si sa, questa classe dirigente locale è come Re Mida al contrario: basta che metta il naso su qualsiasi opera per trasformarla in disastro. SS172-dir, regimentazione delle acque, nuovo Ospedale e chi più ne ha più ne metta. Una sola domanda a questi signori: ma la nuova ‘H’ che campeggia nel rinnovato “‘-ospedale Umberto I’ sta per ‘Hospital’ oppure per ‘Help’?
Come già detto in altre occasioni e comunicati, i fasanesi non hanno più il loro vecchio nosocomio (a dire il vero non avranno neanche il nuovo!) e nonostante le tutele che sarebbero dovute derivare da quello che ad oggi, però, rimane solo un protocollo firmato e non attuato, un
documento morto, non usufruiscono nemmeno di quei servizi concordati (nel protocollo) da Zaccaria anzi sono costretti a muoversi autonomamente o con ambulanza privata per tutelare la propria salute.
Concludendo, avallare la prematura chiusura dell’Ospedale Umberto I, prima della completa realizzazione della nuova opera pubblica (seppur di Monopoli), che avrebbe dovuto scontare una miriade di problematiche ed imprevisti, legati ad autorizzazioni, riserve, aumenti di costi,
mancanza di materie prime, revisioni prezzo, varianti, emergenza Covid, è stata una vera follia.
Meditate e, come sempre, sapete chi ringraziare!”