Il progetto, rivolto alle vittime di violenza di genere, è stato presentato ieri mattina a Palazzo di Città
FASANO – Quando una donna subisce atti di violenza fisica e psicologica il primo passo è fornirle un supporto attivo, ma in seguito cosa si può fare? Come la donna può ritornare ad acquistare un’indipendenza economica?
A questa e ad altre domande risponde il progetto “Discrimination Free – Women @ Work”, presentato ieri mattina (23 settembre) nella sala di rappresentanza di Palazzo di Città.
Presenti il sindaco di Fasano Francesco Zaccaria, l’assessore alle Pari Opportunità Cinzia Caroli, Cetti Grassidonio, coordinatrice del CAV di Fasano, Rosa Anna Mitrotti, per conto dell’Agenzia formativa Ulisse e Marisa Santamaria, in rappresentanza del CIISAF di Fasano, Cisternino e Ostuni.
Il progetto, interamente gratuito per le partecipanti e finanziato dalla Regione Puglia, avrà una durata di 1000 ore e sarà rivolto alle donne vittime di violenza al fine di ottenere una qualifica come Tecnico della Ristorazione. Come ha spiegato la dott.ssa Mitrotti, il progetto è articolato in una prima fase di orientamento e una seconda fase di formazione di 600 ore (300 ore d’aula e 300 ore di stage presso le dieci aziende del territorio che hanno abbracciato il progetto). «Il progetto – ha precisato la dott.ssa Mitrotti – prevede inoltre 130 ore di laboratorio nel bene CIISAF di Pezze di Greco e 20 ore di pratica con “food track” in cinque diverse piazze della Puglia». Il corso prevede inoltre 130 ore per la difesa personale, durerà nove mesi ed avrà inizio ad ottobre. Alla fine dello stesso 18 donne otterranno la qualifica di Tecnico della Ristorazione. Le lezioni si svolgeranno nella sede operativa di Agenzia formativa Ulisse ad Ostuni.
Il sindaco ha lodato l’iniziativa: «Non è sufficiente – ha affermato – lasciare queste donne da sole, ma bisogna favorirne il processo di reinserimento lavorativo, un problema che ad oggi è stato sottovalutato. L’utilizzo del bene del CIISAF a Pezze di Greco, confiscato alla criminalità, dà inoltre un forte segnale di contatto fra le istituzioni e le vittime di violenza».
Il problema della violenza sulle donne è stato infatti in forte aumento durante il periodo del lockdown, quando le vittime sono rimaste chiuse in casa, tant’è che – come ha specificato la dott.ssa Santamaria – solo nel 2020 il CIISAF ha avuto sette donne in protezione contro le due del 2019. Un dato inaccettabile, se consideriamo che molte realtà sono “sommerse”, come ha ricordato la dott.ssa Grassidonio, coordinatrice del CAV.
Una nota è giunta anche dall’assessore Caroli: «Il progetto – ha affermato l’assessore – dà un valore aggiunto e risponde alla domanda su cosa la donna possa fare per accrescere il senso di autostima e di autoefficacia in queste situazioni. Il nostro territorio ha una forte vocazione turistica, formare donne chef significa dunque dare loro degli strumenti perché possano finalmente affrancarsi rendendosi indipendenti economicamente».