
“Anche i morti hanno diritti”. La lettera di un nostro lettore
MONTALBANO – Riceviamo e pubblichiamo questa lettera a firma dell’Avv. Francesco Maria Sabatelli.
“Cortese Direttore, a nome di un partecipato comitato di cittadini montalbanesi, sono a porre una questione che, da tempo, sta animando il pubblico dibattito della frazione più a sud di Fasano. Si tratta dell’annosa questione della mSala del Commiato’, da più parti ventilata, ma rimasta lettera morta.
Tralasciando ogni disquisizione giuridica di merito, che pure si potrebbe approfondire a partire dall’art. 15 del R.R. Puglia n. 08/2015 e s.m.i., in questa sede si intende, semmai, affrontare una questione più sociale, di cui nessuno, purtroppo, sembra occuparsi.
La ‘Sala del Commiato’ (o ‘Casa funeraria’) è, di fatto, un servizio a domanda individuale. Chi ne fruisce, cioè, è tenuto a corrispondere la prevista tariffa (giustamente), come accade a qualsiasi latitudine del nostro Paese. Ciò nonostante, nessuno, a Montalbano, si sta adoperando per venire incontro alle esigenze della comunità; nemmeno chi dovrebbe farlo per vocazione statutaria.
A Pezze di Greco, per esempio, la Società Operaia si sta opportunamente occupando della questione. Lo stesso dicasi della Confraternita ‘Monte Carmelo’ che già offre tale prezioso servizio.
Anche il Comune di Fasano, in quanto ente pubblico, potrebbe realizzare in proprio una ‘Sala del Commiato’, a norma dell’art. 17 della L.R. n. 34/2008 e s.m.i. In merito, però, si conviene sul fatto che la PA conservi, unitamente all’ASL, prerogative di indirizzo e di controllo, favorendo l’esternalizzazione del servizio.
In caso di ulteriori ritardi, però, sarebbe auspicabile che l’Amministrazione comunale pubblicasse un apposito bando, onde affidare il servizio. Tale iniziativa potrebbe, infatti, stimolare gli operatori economici del settore (onoranze funebri) o richiamare l’attenzione degli enti del terzo settore, la cui vocazione statutaria, come detto, potrebbe coprire ‘l’ultimo miglio’.
La citata L.R. n. 34/2008, all’art. 17, comma 5, prevede che la sala del commiato comunale possa essere attrezzata anche nei cimiteri, se annessa alla camera mortuaria. Peraltro, proprio nella cappella del cimitero di Montalbano, seppur in maniera assai provvisoria e per un breve periodo, si è potuto fruire di tale fondamentale servizio, non senza soddisfazione dell’intera comunità.
Qualcuno, in maniera destruens, potrà obiettare in merito che la cappella del cimitero di Montalbano non è adeguata allo scopo, poiché priva dei previsti requisiti tecnici (accessibilità autonoma alla struttura, camera ardente, disponibilità di spazi per la preparazione e la sosta delle salme, locale spogliatoio per il personale, deposito per il materiale, servizio igienico per il personale, servizi igienici per i visitatori, condizionamento ambientale dell’aria, impianto di illuminazione di emergenza; apparecchiature di segnalazione ‘manifestazioni vita’, gruppo di continuità per garantire il funzionamento degli impianti ecc. ecc.).
Tutto vero! Altrettanto vero è, però, che in nessuna abitazione privata sono presenti tali e tanti requisiti.
Peraltro, l’intero cimitero di Montalbano non dovrebbe essere ‘a norma’, mancando del collegamento alla rete idrico-fognante; di servizi igienici per i visitatori; di appositi spazi per le estumulazioni e le riesumazioni ecc. ecc. Ciò detto, l’auspicio è che chi può faccia qualcosa. In difetto, promuoveremo un’assemblea pubblica cittadina per valutare ogni utile iniziativa. Anche i defunti hanno diritto al rispetto della propria dignità.”