“Cantare all’uovo” come da tradizione storica della nostra comunità
FASANO – Il Sabato Santo per la Chiesa è un giorno di silenzio, di raccoglimento, di meditazione, per Gesù che giace nel sepolcro, in attesa dell’annuncio della resurrezione che avviene durante la solenne veglia pasquale.
Sabato Santo però è anche tradizioni, quelle che vengono tramandate di generazione in generazione sempre con la stessa passione, dedizione, sentimento ed entusiasmo. “I’a rrevate u Sàbbate Sànte, Madre Marì s’à pùste lu mànte”, difficile non leggerla cantando. Il Sabato Santo fasanese, o meglio “U Sàbbate Sànte”, si è soliti “cantare all’uovo” durante le ore notturne fino alle prime luci dell’alba della giornata di Pasqua.
L’uovo infatti, originariamente, era visto come simbolo di fertilità e magia a causa della inspiegabile nascita di un essere vivente da un oggetto così particolare. Le uova venivano pertanto considerate oggetti dai poteri speciali ed erano interrate sotto le fondamenta degli edifici per tenere lontano il male, portate in grembo dalle donne in stato interessante per scoprire il sesso del nascituro. Associate alla primavera per secoli, con l’avvento del Cristianesimodivennero simbolo della rinascita e della resurrezione di Cristo: come un pulcino esce dell’uovo, Cristo uscì vivo dal sepolcro.
Tanti i gruppi che si riuniscono per girare per le vie cittadine allietando, accompagnati da strumenti musicali di ogni tipo, la notte di Pasqua e ricevere in cambio delle uova come ringraziamento.
Una tradizione antica che, fortunatamente, non è andata persa.