Il primo cittadino chiede scuse pubbliche da parte del consigliere comunale
FASANO – «Un sindaco deve saper rappresentare tutti, a prescindere dalle posizioni che ciascuno di noi manifesta sui temi della vita pubblica. Nella mia vita privata ho sempre cercato di perdonare, e questa mia propensione, molte volte, è stata scambiata per eccesso di bontà: rappresenta invece il mio modo di mettere in pratica la più importante virtù cristiana».
Lo afferma il sindaco di Fasano, Francesco Zaccaria, in merito alle ultime vicende accadute in Consiglio comunale.
«Devo però far notare che i comportamenti penalmente rilevanti assunti nell’ultima seduta di Consiglio comunale dal consigliere Trisciuzzi hanno obiettivamente offeso tutti i cittadini e l’Assemblea che li rappresenta. Pertanto, io e i consiglieri comunali che mi sostengono rinunceremo volentieri ad azioni penali, ma in presenza di scuse ai cittadini e al Consiglio comunale tutto, maggioranza e opposizione, da presentare pubblicamente nella prossima seduta. Ritengo indispensabile anche un impegno a non mancare più di rispetto ai cittadini e all’Istituzione che li rappresenta, usando linguaggio e atteggiamenti consoni ad una dialettica democratica. Naturalmente, ci sembra opportuno che il consigliere Trisciuzzi trasmetta in diretta sulle sue pagine social anche tale intervento.
Considereremo così chiuso il grave incidente – conclude il sindaco – e contribuiremo a ripristinare un dibattito politico dai toni adeguati, soprattutto rispettoso dei cittadini e delle difficoltà che stanno vivendo, che sono la nostra assoluta priorità».
“Un sindaco deve saper rappresentare tutti”. Queste sono le sue testuali parole signor Sindaco. Per tutti si dovrebbe intendere ogni singola persona, ma lei non mi rappresenta per niente, anzi mi ignora. Le spiego le mie ragioni. Già dall’inizio del suo insediamento, ho posto sotto i suoi occhi, con lettere protocollate al comune, una situazione incresciosa fatta di imbrogli amministrativi, ma lei non ne ha preso carico. Non si è degnato di rispondermi adeguatamente con lettera ma mi ha liquidato in modo verbale, dopo mia insistenza, demandando ai “suoi dipendenti comunali”, dicendomi di rivolgermi a loro e aggiungendo: “Che li pago a fare”. A parte che non li paga lei di sua tasca, ma sono pagati con le tasse di tutti i cittadini, compresa me , mi ero rivolta a lei direttamente per farle presente che “i suoi dipendenti” per inerzia o per …,non oso dire per cos’altro, ad oggi non adempiono al loro dovere. Lei preferisce girarsi dall’altra parte, lavarsene le mani, proprio come Ponzio Pilato. Chissà a quanta altra povera gente, che vede negarsi i propri diritti, ha liquidato allo stesso modo. Si faccia un esame di coscienza visto che ritiene di mettere in pratica le “Virtù cristiane”.