Si è spento dopo una grave malattia
di Alfonso Spagnulo
IL RICORDO – Gli amici e colleghi di Gofasano mi hanno chiesto di ricordare Chicco Saponaro. Chi era Chicco? Chicco era semplicemente Chicco. Per tutti. Per chi (tanti) lo ha amato, per chi (tantissimi) lo ha apprezzato come professionista della fotografia. E lo era anche per chi (purtroppo anche questi tanti) lo ha sfruttato approfittando della sua bontà. Se ne è andato a soli 53 anni, dopo aver combattuto con fierezza e dignità una malattia che spesso non perdona. Ma lui non voleva arrendersi.
Con lui ho condiviso anni di lavoro. Tanti eventi da seguire, io con la penna e lui con l’inseparabile macchina fotografica. La serata andava a finire sempre davanti ad un boccale di birra. Spesso ci scambiavano per fratelli per via di una somiglianza fisica che ci contraddistingueva. E noi a ridere di questo. Ma fratelli ci sentivamo davvero. Per risparmiargli il lavoro gli dicevo «Chicco, me le scelgo io le foto, saranno centinaia», e lui che mi ribatteva «Tu fai il mestiere tuo». E aveva ragione. Perché alla fine le foto più belle le avevo io grazie a lui. Era un maestro della fotografia.
Amava gli eventi musicali come “Fasano Jazz” dove riusciva a cogliere particolari che rendevano lo scatto un capolavoro. Da quelle foto sembra che escano fuori melodie. Del resto se riviste nazionali e internazionali del settore le hanno pubblicate un motivo doveva pur esserci. Ma era un professionista. In qualsiasi occasione il suo impegno era lo stesso. Come dimenticare le partite di calcio o le tante edizioni de “La Scamiciata”. Non so se le mie parole sono quelle giuste, tantomeno non so se riusciranno ad esprimere pienamente l’immagine di vita che vorrei poter regalare a chi Chicco non lo ha conosciuto. Era una persona educata e sensibile come pochi. Sempre sorridente. Un amore smisurato per sua figlia, Micol. Ogni volta che ne parlava gli brillavano gli occhi.
Ne ha passati di momenti difficili ma non si è mai arreso davanti alle difficoltà. Anzi, spesso era lui che consolava gli altri. Le nostre strade si erano separate ma ritrovarsi era sempre una gioia. Ricordare le tante avventure lavorative insieme e quella promessa di vederci per una birra. Pochi giorni fa gli avevo inviato dei saluti tramite un’amica comune con la promessa che sarei andato a trovarlo. Scusami Chicco se non l’ho mantenuta. Ora Fasano ha l’obbligo di ricordarlo anche in futuro. Magari con qualche mostra dei tanti suoi meravigliosi scatti. Ce ne saranno migliaia in giro.
Chicco era un “portatore di sogni”. Mi capiterà di alzare gli occhi al cielo ed è in quei momenti che mi verrà in mente la sua indicibile bellezza interiore. Ci mancherà ma continueremo a sentirlo vicino ogni qualvolta vedremo qualcosa di bello. Perché Chicco Saponaro era davvero una bella persona. Un personaggio positivo non fa notizia neanche quando muore così, senza far rumore. Dovrebbe diventare materia didattica come “vita e lavoro di un uomo perbene”.
Personalmente perdo un amico ma Fasano perde con lui una risorsa importante. Si dice che ciò che si fa per gli altri e per il mondo resta immortale: così rimarranno per noi le sue foto.
Bel ritratto, bravo Alfo’. Io Chicco l’ho conosciuto grazie a te, grazie al Fasano e a Fasano Jazz, grazie a quelle birre. Bellissima persona, grande talento. Difetto enorme: troppo buono, in tanti ne hanno approfittato. Buon viaggio Chicco