La Regione starebbe predisponendo una norma che abroga quella introdotta dal consigliere Fabiano Amati
FASANO – La cosiddetta norma-Amati sul turismo rurale, aveva già provocato dure reazioni all’atto della sua presentazione e approvazione con l’ultima legge di Bilancio della Regione Puglia. La norma, in sostanza, punta ad inserire nelle Norme di Attuazione dei Piani Regolatori Comunali, la possibilità di ampliare le antiche masserie pugliesi per scopo di turismo rurale. L’emendamento mette in attuazione quanto già previsto dalla legge 20 del 1998, con l’unica differenza che in questo caso viene meno la valutazione regionale e della Soprintendenza, di fatto snellendo l’iter burocratico.
Tuttavia, a giudicare «viziata dal profilo di incostituzionalità» la norma-Amati sul turismo rurale, è l’ufficio legislativo del Ministero per i Beni Culturali.
Infatti, in una nota inviata alla Presidenza del Consiglio, nell’ambito dell’esame delle leggi, il ministero ricorda che è già stata impugnata la legge regionale 43 che ha «ampliato considerevolmente la platea degli interventi finora assentibili sui manufatti storici pugliesi tutelati», in contrasto con la legge nazionale perché «non è assicurata la partecipazione di questo ministero nel procedimento di adeguamento della variante» del piano urbanistico al piano paesaggistico regionale.
In quest’ultimo caso, la disposizione regionale avrebbe già violato gli articoli 9 e 117, secondo comma lettera s) della Costituzione che rispettivamente riconoscono la tutela del paesaggio come valore costituzionalmente garantito, affidando la stessa alla competenza esclusiva dello Stato.
L’idea alla base della norma Amati, su cui l’assessorato all’Urbanistica sta predisponendo un disegno di legge di abrogazione, è proprio recepire nelle Norme tecniche attuative dei piani regolatori, «senza approvazione regionale», le previsioni della legge sul turismo rurale e due commi dell’articolo delle Norme tecniche attuative del piano paesaggistico che riguardano i territori costieri: il risultato è una sorta di liberalizzazioni degli interventi su immobili storici, ad esempio masserie e trulli, da destinare a fini turistici.
Ma anche la previsione della legge regionale, quella di consentire ai Comuni di escludere la cogenza dei due commi delle Norme tecniche attuative, verrebbe considerata incostituzionale perché le Nta – come rammentano gli uffici del Ministero – prevalgono sugli strumenti urbanistici comunali.
L’abrogazione delle norme sul turismo rurale potrebbe avvenire con il prossimo disegno di legge omnibus.