Intervistiamo una concittadina che si dedica all’arte, reinventandosi ogni giorno e creando una rete sul territorio
FASANO – Entrare a casa di Camilla Pistoia, a Fasano, vuol dire immergersi immediatamente in un mondo di colori e oggetti trasformati dagli occhi e dalle mani dell’artista fasanese che da ex tatuatrice ha intrapreso un nuovo percorso artistico. Due matitoni appendiabiti diventano perfetti per esporre borse e ciondoli di legno dipinti a mano con i simboli della nostra terra. Sulle pareti campeggiano quadri e caricature, mentre nella libreria sono custoditi libri di studio e raccoglitori zeppi di disegni, idee nate e bozzetti ancora work in progress.
Sul tavolo di lavoro sono sparsi colori e magneti che Camilla sta dipingendo per una struttura ricettiva del territorio. «Durante la quarantena, quasi per gioco – ci rivela – ho iniziato a disegnare su alcuni ciondoli di legno. Li decoro con scorci della nostra Fasano perché sto creando una linea di souvenir e oggettistica dedicata alla nostra Città: il torrione, l’arrotino, la fontana della nuova villa. Alcune strutture ed edicole, incuriosite, si sono messe in contatto e me le hanno richieste come simbolo da omaggiare o vendere ai turisti». Da lì in poi Camilla ha ricominciato a decorare su oggetti di uso comune, trasformandoli in pezzi di arredamento o dando loro nuova funzionalità: «Taglieri e mattarelli (decorati tra le altre cose con ulivi, ciliegie, trulli) possono diventare appendi-chiavi, svuota-tasche, appendi-presine. Mi piace dare nuova luce e vita a ciò che ci circonda. L’unico limite è l’immaginazione».
Ventagli con immagini di pale di fico e papaveri vengono lasciati nei negozi di abbigliamento per donne così creando una rete di collaborazione con imprenditori, commercianti e associazioni fasanesi. Le tazzine decorate da cui beviamo un caffè sono invece i “numero zero” di quelle che ha poi lasciato nei bar. «La crisi che abbiamo affrontato durante il lockdown e di cui avvertiamo ora le conseguenze ha colpito tutti, mi piace pensare che uno dei modi per risollevarci sia quello di aiutarci l’un l’altro».
Proprio durante il periodo di quarantena Camilla, che in passato ha anche lavorato come educatrice in asili privati, ha realizzato alcuni video per un’associazione di supporto a famiglie con bambini autistici e ora in cantiere ci sono dei laboratori di arteterapia, in collaborazione con pediatri, dedicati a tutti i bambini.
«Fare arte, in fin dei conti, vuol dire condividere la propria visione del mondo. La mia è dipinta con i colori della fantasia».