La scrittrice e cantautrice biscegliese ha raccontato del dolore della perdita presentando il suo secondo romanzo, “Una cosa per la quale mi odierai”
FASANO – Ha preso il via ieri (7 novembre), presso la Sala di Rappresentanza di Palazzo di Città, la Rassegna letteraria Città di Fasano “Por-ti-ci”.
Prima ospite, la scrittrice e cantautrice biscegliese Erica Mou che ha presentato il romanzo “Una cosa per la quale mi odierai” (Fandango Libri), intervistata dall’assessore alla Cultura Cinzia Caroli.
In apertura Ketty Loconte dell’Ufficio Cultura ha illustrato l’intera rassegna.
Ad Annamaria Toma, referente del Presidio del Libro locale, il compito invece di introdurre l’ospite, a Fasano per la quarta volta, elencando alcune note biografiche.
«Un libro impegnativo – spiega l’assessore Caroli – scritto con uno stile originale in cui si alternano stralci delle pagine del diario di una madre ai pensieri di una figlia, voce narrante».
Il romanzo è stato scritto, come la stessa Mou ha sottolineato, «A dieci anni dalla morte di mia madre. C’è voluta una simile distanza temporale prima che arrivasse il momento giusto».
Momento culminante nell’apertura del diario, tenuto da sua madre durante i nove mesi della malattia, mentre la stessa autrice era alle prese con una complicata gravidanza.
Ne è venuto fuori una sorta di dialogo a distanza – sebbene mamma Lucia sia sempre presente –, figlio di un grande insegnamento: l’importanza dell’attesa.
Attesa che ha portato a scoprire una madre “diversa”, un’insegnante di matematica tenera, simpaticissima e talvolta trasgressiva.
Nel romanzo forte è il senso “del rifiorire”, non a caso la Mou e suo fratello Mirto portano nomi di piante, una delle passioni della madre.
C’è anche il senso della famiglia – il padre, il fratello, una nonna battezzata “questa” e una zia zitella, Nina –, vissuta attraverso i nostalgici pranzi della domenica.
Ma c’è anche la disperazione che nei momenti difficili porta ad aggrapparsi a qualsiasi cosa.
«Ed io quando ho incontrato Battiato, amatissimo da mia madre, gli ho raccontato il dramma che stavo vivendo perché ero convinta che lui sarebbe stato la mia coda di rospo: lui avrebbe guarito mia madre!», ha confessato la Mou.
Il romanzo è ovviamente intrecciato alla musica e alla sua importanza. Per l’occasione il pubblico ha potuto così ascoltare l’intenso brano “Madre”.
Brano che è inserito nel disco della cantautrice di imminente pubblicazione dal titolo emblematico: “Cerchi”.
«Perché – ha detto in chiusura la Mou –, spesso accade che il cerchio non si chiude mai, semplicemente si allarga».
E da fare da sottofondo al firmacopie di fine serata, un’altra canzone della cantautrice, la suggestiva “La festa del santo”.