L’interpellanza presentata dal consigliere comunale
FASANO – Il consigliere comunale Antonio Scianaro ha richiesto al Sindaco di Fasano Francesco Zaccaria e al Presidente del consiglio comunale Vittorio Saponaro, l’iscrizione di una interpellanza all’ordine del giorno del primo consiglio comunale utile inerente la questione “Ripristino centro cottura LADISA a Fasano”.
«Un incendio – si legge nel testo – il 12 ottobre scorso ha danneggiato a Fasano il centro cottura di proprietà della LADISA srl, nel quale si preparano gli oltre mille pasti al giorno per le scuole fasanesi. Nelle more l’azienda ha assicurato l’Amministrazione comunale di garantire il servizio attraverso soluzioni di emergenza. Da notizie assunte, i pasti agli studenti fasanesi partono da un centro cottura di Bari ed in più di qualche occasione ci sono state segnalazioni da parte di molti genitori, di pietanze fredde a causa della verosimile ritardata consegna.
Nel capitolato d’appalto è espressamente definito che il centro cottura deve essere attivato nel Comune di Fasano e che a distanza di quasi quattro mesi i locali non sono ancora stati riattivati. Non è più tollerabile che una ditta, la LADISA srl, vincitrice del servizio di refezione scolastica nel comune di Fasano, tra i 10 top player nazionali, che nel solo anno 2018 chiude il bilancio con 130 milioni di € di fatturato, non sia ancora in grado di porre rimedio a tale incresciosa situazione, non rispettando le norme contrattuali a danno dei nostri ragazzi.
Il sindaco di Fasano, per un altra incresciosa situazione, in occasione del vile attentato nei confronti di due imprenditori, a cui va tutta la nostra solidarietà, si è fatto promotore di varie azioni, al fine di giungere ad un pronto ripristino dei locali andati distrutti, mentre non si attiva e anzi latita nei confronti della LADISA affinché rimetta in sesto il centro cottura».
Scianaro quindi interpella l’amministrazione «affinché si intervenga con urgenza sull’azienda Ladisa, in modo da riattivare il centro cottura entro e non oltre dieci giorni, in modo da garantire la qualità dei piatti e che vengano soddisfatte e tutelate le esigenze dei piccoli utenti in merito alla refezione scolastica».