
Il consigliere replica al sindaco: «Manca persino l’autorizzazione all’espianto degli ulivi»
FASANO – Una replica senza mezzi termini quella che giunge dal consigliere Antonio Scianaro in merito alla questione Palazzetto dello Sport.
«Quello che sarà ormai ricordato negli annali della storia di Fasano come colui che ha determinato con la sua firma nel marzo del 2017, la definitiva chiusura dell’ospedale Umberto I di Fasano, regalando ai cittadini di Fasano – scrive Scianaro – lunghissime code ai Pronto Soccorso dei comuni limitrofi, costringendo tante volte i cittadini a rinunciare addirittura alle cure per esasperazione, con l’illusione di vedere subito 20 posti letto più 10 di Pediatria nel PTA di Fasano.
Quello che sarà ricordato per le lunghe code e le lunghe attese agli sportelli comunali, per le tante cartelle esattoriali inviate, la maggior parte delle quali prive di fondamento.
Quello incapace di ripristinare il basolato del centro storico, diventato ormai un sentiero di guerra, dopo innumerevoli sollecitazioni e mozioni approvate dalla stessa maggioranza da ormai lungo tempo.
Quello incapace di ridare luce a 16 pali in viale Stazione dopo quindici mesi.
Quello che dopo quattro anni di amministrazione, non ha mostrato sensibilità nemmeno verso una struttura come il Cimitero di Fasano, costringendo i cittadini di Fasano ancora oggi all’uso dei bagni chimici, per non parlare di tutto il resto.
Oggi si vogliono sbandierare risultati positivi sulla raccolta differenziata , dopo aver nascosto per mesi e mesi i dati negativi di quest’ultima sul portale della Regione, attraverso una politica fortemente sanzionatoria verso tutti i cittadini.
A differenza di chi lo sport lo ha praticato poco, lo sport l’ho sempre praticato, in maniera attiva ed estrema, nonostante la non più verde età.
Come dichiarato in occasione della giornata della posa della prima pietra del Palazzetto dello Sport, ho vigilato giornalmente acquisendo personalmente elementi concreti, senza inutili e sterili telefonate, ma ufficialmente, attraverso le vie istituzionali con “accesso agli atti”.
Le giustificazioni del sindaco denunciano tutta l’incapacità sua personale e dei suoi assessori, che dal 3 aprile del 2019 data di aggiudicazione della gara, al 15 novembre 2019 data della posa della prima pietra, hanno dedicato il loro tempo a pettinare le bambole ed a calpestare il basolato di Piazza Ciaia, visto che ancora oggi le motivazioni e giustificazioni addotte per il ritardo e la chiusura del cantiere, apprese anche dalle parole del RUP ing. Rosa Belfiore, sono dovute ad adeguamenti progettuali (ulteriori costi, per ulteriori incarichi di progettazione) necessari alle migliorie offerte dalla ditta aggiudicataria.
Allora ci chiediamo: perché tanta fretta a consegnare un cantiere se il progetto non era conforme ed adeguato alle migliorie offerte?
Vogliamo aggiungere ancora qualcosa? La posa della prima pietra, in mancanza di autorizzazione Regionale all’espianto ed allo spostamento degli alberi di ulivo.
Noi saremmo i bugiardi, noi saremmo quelli che vorremmo strumentalizzare le campagne elettorali.
A volte è meglio tacere…
La fretta per le primarie del Pd del 12 gennaio 2020 hanno regalato oltre ad una sonora sconfitta anche un cantiere chiuso!»