Le dichiarazioni del Consigliere regionale, candidato alle Primarie
FASANO – «Invito i pugliesi a votare alle Primarie del 12 gennaio, non per partecipare al grande gioco della politica, ma perché dobbiamo spendere oltre 5 miliardi di fondi europei in 3 anni e per farlo serve una classe dirigente di rivoluzionari delle cose normali. Persone cioè che portino avanti la proposta che mi è stata boicottata dal governo Emiliano, ossia accentrare in un unico soggetto la gestione dei fondi europei, usata da tutte le regioni che se la passano meglio di noi».
Lo dichiara il Consigliere regionale Fabiano Amati, candidato alle elezioni Primarie del 12 gennaio 2020, commentando il rapporto dell’Agenzia della Coesione territoriale sulla spesa realizzata entro il 31.12.2019 sui fondi di sviluppo regionale e sociale.
«Se ti riduci all’ultimo giorno nella spesa dei fondi europei potrai pur dire di stare nell’obiettivo minimo, ma significa che non stai amministrando al meglio. Se poi hai da spendere oltre 5 miliardi entro 3 anni, quando in 6 anni, cioè dal 2014 ad oggi, sei riuscito a spendere appena 2 miliardi, significa che almeno per prudenza hai proprio bisogno di cambiare un po’ tutto – prosegue Amati – I dati pubblicati dall’Agenzia per la Coesione, per fortuna, non considerano la disfatta dei fondi per l’agricoltura, ma fanno trasparire una notevole preoccupazione. Guardando alla nostra regione, infatti, rileva che su un programma complessivo di oltre 7 miliardi di euro, abbiamo speso sinora solo il 27,13 %, cioè quasi 2 miliardi. Ci restano da spendere quindi, nei prossimi 3 anni, più di 5 miliardi di euro. Perciò, occorre darsi da fare e istituire un organismo strumentale in grado di accentrare tutti i procedimenti, così come è accaduto in tante regioni italiane più virtuose della Puglia, sulla falsariga di una proposta che presentai con alcuni colleghi nel 2016 – aggiunge – purtroppo non avallata dal governo Emiliano.
Su questo argomento non possiamo consentirci distrazioni, perché è esperienza di tutti che ogni mattina un pugliese si alza e sa che dovrà correre più veloce delle lungaggini, altrimenti chiuderà bottega. Lo dicono i dati e i numeri – conclude – che per loro natura sono così testardi da non consentire repliche impastate con chiacchiere».