Nel secondo appuntamento della rassegna organizzata dal Mondadori Point di Laura De Mola il giovane scrittore fasanese ha presentato il suo primo saggio “Storia della BBC”
FASANO – Cosa ha rappresentato nel panorama dell’informazione mondiale la nascita e lo sviluppo della BBC? E quali sono i parallelismi con l’informazione nostrana? A questa e ad altre domande ha brillantemente risposto ieri sera (11 dicembre) il giovane scrittore e giornalista Pasquale Ancona, nel secondo appuntamento della rassegna “Libriamo…tra le masserie”, organizzata dal Mondadori Point di Fasano di Laura De Mola.
Nella calda cornice di Masseria Don Luigi, lo scrittore fasanese, incalzato dalle domande del giornalista e scrittore Dino Cassone, ha parlato della genesi del suo primo saggio “Storia della BBC”, edizioni Diabasis. Un libro nato da un’accurata ricerca di un giornalista tutt’altro che in erba, vincitore lo scorso anno del prestigioso premio Walter Tobagi, prossimo alla qualifica di giornalista professionista e collaboratore di testate quali Il Fatto Quotidiano e La Gazzetta di Parma.
Compito principale del giornalismo è quello di fornire alle persone gli strumenti per una corretta partecipazione democratica, come ha avuto modo di affermare Luca Sommi, che ha curato la prefazione del libro.
E la BBC (British Broadcasting Corporation) è nata nel 1922 dall’idea di John Reith con un triplice compito: “informare, educare, intrattenere”. Sin da subito venne affettuosamente soprannominata dai britannici auntie, una presenza fissa e rassicurante negli anni difficili della seconda guerra mondiale, quando agli inglesi forniva non solo tristi bollettini giornalieri ma anche momenti di evasione via radio.
E qui Pasquale Ancona incomincia a introdurre i parallelismi con una ingombrante Mamma RAI, che negli anni ha quasi perso la sua aura originaria per divenire incastrata in un meccanismo di partiti da cui non è ancora stata liberata. I giornalisti della BBC non hanno infatti opinioni politiche anzi, quasi a far le veci di quanto affermava la Fallaci, il loro compito è quello di fare giornalismo di opposizione (un caso eclatante è l’intervista di Jeremy Paxman a Michael Howard). Quello italiano, invece, è un giornalismo passionale per definizione, fatto per essere quasi d’opinione, diverso dalla scevra informazione, e nel corso degli anni questo ha fatto allontanare il nostro dal giornalismo anglosassone.
L’istituzione della commissione vigilanza RAI, che la BBC non ha, non ha fatto che peggiorare le cose. Un altro dei pregi della BBC, sottolinea lo scrittore, è riuscire ad evolversi svecchiandosi e adattandosi alle esigenze del tempo.
Ma non sono mancati i passi falsi, come le interviste scomode a Lady Diana o l’Affaire David Kelly che portò il consulente di guerra al suicidio, dopo le minacce ricevute per aver raccontato una “versione” differente degli avvenimenti in Iraq, e che ha portato l’emittente inglese a interrogarsi su cosa fosse davvero, fino a istituire il BBC Trust, un organo di supervisione non più esistente da qualche anno.
Il prossimo appuntamento con la rassegna è l’8 gennaio, presso la Masseria Don Luigi, con la presentazione del libro “Carcola che ve sfonno” del comico romano Federico Palmaroli.
Fotoservizio di Francesco Schiavone.