
Ieri l’incontro con esperti e studiosi, in occasione dei festeggiamenti del santo.
FASANO – Nella suggestiva chiesa di Sant’Antonio Abate, ieri sera, martedì 14 gennaio, si è tenuto il convegno di studi intitolato “S. Antonio il Grande”, un evento inserito nel programma dei festeggiamenti in onore del santo. L’incontro, che ha rappresentato un significativo approfondimento culturale e spirituale, ha visto la partecipazione di esperti e studiosi, oltre a un pubblico attento e partecipe.
Ad aprire la serata è stato don Nico Porticelli, parroco della chiesa, che ha sottolineato l’importanza di momenti come questo per riscoprire non solo il valore liturgico del culto di Sant’Antonio Abate, ma anche il suo profondo significato culturale. Nel suo intervento, don Nico ha richiamato le parole di Papa Francesco sull’alleanza tra fede e cultura, evidenziando come la devozione popolare possa essere un ponte tra tradizione religiosa e identità storica.
La parola è poi passata alla prof.ssa Antonietta Latorre, storica, che ha tracciato un affascinante quadro storico e artistico sul culto di Sant’Antonio Abate a Fasano. La professoressa ha ricordato che agli inizi del XVII secolo la città chiese la fondazione di un convento francescano per la venerazione del santo. Il convento fu edificato nel 1603 al di fuori delle mura urbane, in linea con la consuetudine dell’ordine francescano, e inizialmente ospitava dodici frati. Accanto al convento venne costruita una chiesa dedicata all’Immacolata Concezione e venne istituita una confraternita.
L’intervento ha inoltre evidenziato come il progetto fosse sostenuto dalle famiglie benestanti della città, a testimonianza del forte legame tra culto religioso e tessuto sociale. Infine, la prof.ssa Latorre ha offerto interessanti cenni sull’iconografia del santo, rappresentato tradizionalmente con simboli quali il maiale, il fuoco, la campanella, il bastone e le tentazioni.
La relazione centrale è stata affidata al prof. Eugenio Imbriani dell’Università del Salento, che ha approfondito il tema “Un santo a carnevale”. Il professore ha tratteggiato la figura di Sant’Antonio Abate come un santo poliedrico: fondatore del monachesimo, guaritore del “fuoco di Sant’Antonio” e protettore degli animali.
Attraverso leggende, documenti storici e letterari, Imbriani ha dimostrato l’antichità e la persistenza del culto del santo, la cui figura è legata a molteplici aspetti della tradizione popolare. Tra questi, particolare rilievo è stato dato alla connessione tra Sant’Antonio Abate e il carnevale. Il 17 gennaio, giorno della sua festa, segna tradizionalmente l’inizio del periodo carnevalesco, un tempo associato all’abbondanza e alla preparazione al digiuno quaresimale.
Il professore ha spiegato, infatti, come il santo sia diventato il “santo dell’abbondanza”: l’usanza di macellare il maiale, animale sacro e legato al santo, rappresentava la celebrazione della vita e della condivisione. Imbriani ha inoltre ripercorso le vicende della vita di Sant’Antonio Abate, narrate da Sant’Attanasio, sul desiderio di essere sepolto in un luogo sconosciuto. Le sue reliquie, successivamente trasferite da Costantinopoli in Francia, testimoniano l’ampia diffusione del culto.
L’evento ha rappresentato un importante momento di riflessione, capace di unire storia, cultura e fede, confermando la centralità della figura di Sant’Antonio Abate nella vita religiosa e culturale di Fasano.
I festeggiamenti proseguiranno secondo il programma:
Venerdì 17 gennaio: Giornata della Festa
• Ore 8:00: celebrazione eucaristica.
• Ore 16:30: benedizione degli animali presso la villa adiacente alla chiesa.
• Ore 18:00: recita del Santo Rosario.
• Ore 18:30: celebrazione eucaristica, seguita dalla tradizionale benedizione del fuoco e un momento di fraternità nel chiostro dei Minori Osservanti.
Domenica 19 gennaio
• Ore 10:00: ritrovo presso il Delfinario dello ZooSafari.
• Ore 10:30: Santa Messa presieduta dal vescovo S.E. Mons. Giuseppe Favale, a cui seguiranno la benedizione degli animali e lo spettacolo delle otarie.