Il compositore e pianista cubano, tra i più interessanti della scena contemporanea internazionale, si è esibito al Minareto nel nuovo appuntamento di Bari in Jazz
Il nuovo appuntamento della rassegna Bari in Jazz al Minareto della Selva di Fasano, messa a punto in collaborazione con l’amministrazione comunale, suona sulle note jazz, latin e della world music. Si è esibito ieri in concerto Omar Sosa, compositore e pianista cubano nominato sette volte ai Grammy. Si tratta di uno dei jazzisti più versatili e completi della sua generazione, la cui cifra stilistica si rivela sempre imprevedibile tanto da avergli garantito un posto nel pantheon dei pianisti di Cuba insieme a Valdés e Rubalcaba.
La sua prova al pianoforte ha aperto un varco alla contemplazione attraverso la semplicità, suonando con un concetto ritmico come se la tastiera fosse uno strumento a percussioni. I latinos tendono a mostrare il virtuosismo, la grinta, Omar Sosa invece coltiva l’idea di trovare il silenzio e lo spazio nella musica, aprendo a una prospettiva raffinata. Nelle sue composizioni si trova un raro gusto per la melodia, tanta curiosità per l’elettronica e qualche rumorismo giocato con intelligenza. Si rivolge al pubblico costantemente, cerca il suo sguardo e ne ricava energia: infatti lo confessa persino, dicendo che tutto quello che sta suonando deriva dalle sensazioni che in quel momento gli spettatori gli stanno trasmettendo.
Si è trattato quindi di un concerto dominato dall’improvvisazione, nonostante la tecnica ne tradisse l’intento vista la riuscita impeccabile. Nella produzione di Omar Sosa confluiscono colori più che generi, e per alcuni aspetti questo ricorda il concetto della contaminazione, dell’incrocio, riassumibile nel cubanismo che circola in ambiente musicale. Combina infatti gli africanismi delle Americhe con quelli ancestrali del Continente Nero, attingendo anche alla musica elettronica e alle atmosfere che lo hanno attraversato nei suoi viaggi di esplorazione intorno al mondo.
Anche ieri vestiva di bianco in scena per onorare la sua fede nella Regla de Ocha, ricordando con quel colore il dio della pace. A tal proposito sono stati illuminanti anche i momenti di dialogo col pubblico, a cui ha ricordato l’importanza di sentirsi vicini, perché alla paura si risponde solo se si è forti insieme.Il prossimo appuntamento con Bari in Jazz è con Kekko Fornarelli questa sera al Minareto.