A grande richiesta a Fasano il magistrato, ospite della rassegna letteraria, che ha presentato il suo nuovo libro “Fuori dai confini”
FASANO – Assistere a un incontro con Nicola Gratteri è sempre una lezione di vita.
Il noto magistrato, sotto scorta da oltre trent’anni, è ritornato a grande richiesta a Fasano, nell’ambito della rassegna LibriAmo…tra gli ulivi organizzata dal Mondadori Point locale di Laura De Mola.
La presentazione del nuovo libro di Gratteri scritto a quattro mani con Antonio Nicaso, Fuori dai confini (Mondadori), si è svolta ieri (27 luglio) presso Masseria San Giovanni, davanti a un pubblico delle grandi occasioni.
A intervistare il magistrato, dopo i saluti e ringraziamenti di Laura De Mola, è stato ancora una volta il direttore di Affari Italiani, Angelo Perrino.
Il primo argomento affrontato è stato quello del fiorentissimo mercato nero delle armi.
«Dopo la guerra in Jugoslavia – ha spiegato Gratteri – la ‘ndrangheta comprava armi a prezzi bassi in loco, oppure dalla SCU scambiandola con partite di droga.
Questo scenario potrebbe ripetersi nell’attuale guerra tra Russia e Ucraina».
A questo proposito il magistrato ha suggerito una sorta di GPS che possa rintracciare le armi inviate dall’Europa. Armi peraltro vecchissime.
«L’Europa si svuota i depositi del vecchio per poi rimpiazzarle con quelle nuove scintillanti, andando a impolpare un mercato già floridissimo», ha chiosato Gratteri.
Il magistrato ha poi tracciato un profilo storico della ‘ndrangheta, dal suo arrivo al Nord, e precisamente in Liguria, negli anni ’60, per poi sbarcare nel decennio successivo in Europa.
Meta preferita la Germania, il paese allora più fiorente dal punto di vista economico, quindi più appetibile per gli investimenti.
Investimenti che però non riguardano l’alta finanza – il massimo raggiunto è stato il mondo dei Bitcoin – perché la ‘ndrangheta non riesce a fare riciclaggio sofisticato.
Gratteri ha poi messo in evidenza come «Siamo ad Adamo ed Eva nel contrasto alle Mafie in Europa, almeno fino a quando ci sarà la direttiva che non pone un limite massimo alla circolazione del contante».
E a proposito della ‘ndrangheta, il magistrato, dopo averne esposto in sintesi l’articolata organizzazione interna, l’ha definita «Non la più potente, ma di sicuro la più ricca.
Che ha come punti di forza l’osservanza delle regole e il potente legame familiare».
‘Ndrangheta che per scelta non partecipò allo stragismo degli anni ’90 perché non ne aveva bisogno.
Perché già dagli anni ’70, attraverso la Santa (o Società Maggiore), aveva intessuto i giusti contatti con la politica e le istituzioni.
E ancora, il ruolo delle donne nell’organizzazione mafiosa, che non è mai apicale ma di staff.
Quindi l’evoluzione con la digitalizzazione: la ‘ndrangheta sbarca sui Social per farsi pubblicità e trovare nuovi accoliti.
Lampanti il fenomeno rapper di Glock 21 (all’anagrafe Domenico Bellocco) e di Vincenzo Torcasio, alias U Giappone che vanta un profilo seguito da oltre 18 mila followers.
In conclusione Perrino ha chiesto l’opinione del magistrato sul 41 bis.
Che è stata chiarissima: «C’è necessità di una migliore gestione. Ridurre il numero dei detenuti e concentrarli in tre quattro carceri e non gli attuali dodici.
E poi, carceri nuove e maggior numero di personale nelle strutture».
Ma Gratteri ha anche le idee più che chiare sulla riforma della Giustizia.
«Un’idea di riforme, nel rispetto della Costituzione, per ridurre il fenomeno delle Mafie ci sarebbe. Purtroppo, siamo ancora lontani».
L’ultima domanda a Gratteri l’ha posta Laura De Mola, che ha chiesto quale fosse il suo sogno.
«Rendere più vivibile un territorio e far tornare il sorriso sui volti della gente», la risposta che ha strappato un lungo interminabile applauso finale.
Fotoservizio di Mario Rosato.