Ieri sera l’attore e doppiatore romano in scena con “Il talento di essere tutti e nessuno”
FASANO – Ciò che facciamo in vita, riecheggia nell’eternità. Una frase tratta da Il Gladiatore, ma una frase che, per chi l’ha pronunciata nella traduzione italiana del film di Ridley Scott, è diventata un simbolo.
Con quasi novecento film e decine di attori doppiati nel corso della sua straordinaria carriera, a strappare gli applausi del pubblico del Teatro Sociale ieri sera (2 febbraio) è stato l’attore romano Luca Ward, che ha portato in scena lo spettacolo “Il talento di essere tutti e nessuno“, con la regia di Luca Vecchi.
Una vita poliedrica quella di Ward, che come un fiero capitano traghetta gli spettatori a bordo di una nave, solcando le onde mutevoli della propria vita. Da marinaio a bibitaro, affrontando le difficoltà di una vita umile, in un percorso personale che l’ha portato – sempre in punta di piedi – a diventare l’artista che oggi tutti conosciamo.
Un’artista che non tutti conoscono dal volto, che ha avuto dunque la fortuna di essere “nessuno“, ma che di sicuro tutti riconoscono grazie al timbro e alle numerosi voci che nel corso degli anni sono entrate nell’immaginario collettivo di intere generazioni: da Pierce Brosnan a Russell Crowe, passando per Hugh Grant, Samuel L. Jackson e Keanu Reeves, senza dimenticare i ruoli che l’hanno reso famoso sul piccolo schermo, come il perfido Conte Ranieri di Elisa di Rivombrosa, e i ruoli teatrali in Mamma mia e Full Mounty (e qui gli aneddoti non mancano).
In un one man show di ottanta minuti, Ward interagisce continuamente col pubblico, dimostrando quel rapporto che un attore dovrebbe mantenere costante, viscerale. C’è la nostalgia che si nasconde nel racconto della sua storia, dall’infanzia alla maturità, e il divertimento nelle scene di doppiaggio e duelli improvvisati con le persone presenti in sala. Luca si fa ‘piccolo’, come forse non l’abbiamo visto prima d’ora, e dona la sua anima a chi ha di fronte, condividendo con tutti segreti, risate e sguardi di un uomo che ha ancora tanto da raccontarci. Ovviamente a modo suo.
Fotoservizio di Francesco Schiavone.