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Nell’ambito degli appuntamenti di “O-maggio all’infanzia”
FASANO – Lunedì 6 maggio alle ore 18 presso la Sala di Rappresentanza del Comune di Fasano, l’associazione “Senzaconfine” in collaborazione con il Presidio del libro di Fasano e “Taberna libraria” di Latiano, dialogherà con lo scrittore Filippo Boni, che presenterà il suo ultimo libro “Qualsiasi cosa accada- Fabrizio Bernini. Il sogno dell’imprenditore visionario, la storia della sua famiglia, il potere di una promessa” (Aska Edizioni).
L’incontro, aperto alla cittadinanza, rientra nel cartellone degli eventi di “O-maggio all’infanzia” del Comune per Fasano. Dialogheranno con l’autore la professoressa Cinzia Cupertino e Michele Carriero, consulente aziendale e promoter che opera nell’ambito della formazione, dell’imprenditorialità giovanile e delle start up.
Ancora una volta per Senzaconfine sarà l’occasione per raccontare una storia, e quella di Fabrizio Bernini è la storia di un’imprenditore che nel dolore e nella sofferenza ha visto la luce di un sogno. Non il sogno di un successo personale, ma un sogno condiviso che possa aiutare il mondo ad essere migliore.
Filippo Boni racconta attraverso la storia del fondatore della Zucchetti Centro Sistemi uno spaccato della storia economica e sociale dell’Italia che parte dal Novecento e arriva a oggi, offrendoci la possibilità di capire che un nuovo modo di vedere e vivere le cose è possibile e necessario. Sta solo all’umanità volerlo.
“Mia madre era una birchia – racconta l’autore -, abbandonata all’Istituto degli Innocenti di Firenze ad inizio secolo. Mio padre a causa di ferite mai curate era caduto nel tunnel dell’alcool. C’è stato un momento in cui, solo ed emarginato, mi trovai di fronte a un bivio: divenire uno dei tanti sbandati di turno, perso tra la droga e il vino, oppure faticare e credere nella forza dei miei sogni, trasformando la mia passione per la tecnologia in un’impresa. Erano due sentieri: il primo al sole, apparentemente grande e in discesa. Il secondo buio, irto e pieno di rovi. Impaurito e timoroso, imboccai il secondo, era qui che si nascondeva la luce“.