
In scena ieri sera lo spettacolo drammatico della Compagnia SenzaConfine
FASANO – Partire, perché costretti. Tornare, per cercare le proprie origini.
È un po’ il riassunto di ogni ricerca umana e personale, l’epopea di un viaggio che forse non termina mai.Si è tenuta ieri sera (6 luglio), tra gli ulivi e la storia del Parco rupestre Lama d’Antico, lo spettacolo “Incendi”, tratto dall’opera del drammaturgo libanese Wajdi Mouawad, con adattamento per il teatro di Massimiliano Vado.
Uno spettacolo, quello portato in scena dalla Compagnia SenzaConfine, non di immediata comprensione: un testo volutamente difficile, alle volte asciutto come la sabbia del deserto, ed altre ancora denso di emotività. La scena si apre con un sottofondo che ricorda l’inferno, e l’inferno in terra è quello che vive Nawal, la cui storia passata riemerge a fatica dopo la sua morte, e solo di fronte ad un lascito testamentario che lascia molti dubbi.
Ai due gemelli, Jeanne e Simon, privati della presenza fisica della madre, dopo anni di privazione simbolica a causa del mutismo in cui la stessa era sprofondata, non resta che interpretare, ognuno a modo suo – Simon con la rabbia e il turpiloquio e Jeanne con la logica matematica – il comportamento della madre. Chi era Nawal?
A raccontarcelo è una serie di flashback che si intrecciano col presente: una giovane donna, vissuta fra l’ombra della guerra del suo paese, il Libano, e lo spettro delle violenze fisiche. Attraverso un viaggio nella loro terra natale, la sorella ricostruirà pian piano il passato della madre, per scoprire un altro fratello tenuto loro nascosto e un padre che forse è ancora vivo.
Messi così, di fronte alla verità, non possono infine che comprendere il martirio di una madre, che si fa simbolo di quanti ancora oggi devono lottare per sopravvivere, ed emergere dall’incendio che li avvolge. Uno spettacolo curato nei minimi dettagli, dall’ambientazione, che ben si presta al tipo di rappresentazione, alle luci e alle musiche, che regalano quell’atmosfera di angoscia necessaria. Una menzione a tutti gli attori, bravissimi a ricoprire un ruolo non semplice nel giro di pochi giorni, e un applauso infine a chi, come sempre, ha dato linfa allo spettacolo: Teresa Cecere e David Marzi.
Fotoservizio a cura di Francesco Schiavone.



















