Prosegue la rassegna “LibriAmo…tra gli ulivi”, con lo scrittore fasanese che ha presentato ieri il suo nuovo romanzo
FASANO – Si è tenuto ieri sera (11 luglio) il terzo appuntamento della rassegna “LibriAmo…tra gli ulivi” organizzata da Laura De Mola e Mondadori Point a Masseria San Giovanni. Il protagonista della terza serata è stato il giornalista e scrittore fasanese, nonché collaboratore della nostra testata, Dino Cassone, intervistato dalla giornalista Federica Angeli, ormai di casa a Fasano.
Il nuovo romanzo, dal titolo Aperitivo Fatale (Les Flaneurs Edizioni), si svolge nel paese ideale di Rosicano, già teatro delle vicende di Un gelato buono da morire dello stesso autore. Ad aprire la serata, dopo i ringraziamenti di rito di Laura De Mola, un breve sipario teatrale con Tonia Argento, nei panni della misteriosa cartomante e sensitiva di Rosicano, il piccolo paese dove il romanzo è ambientato, e Mario De Santis nei panni del brigadiere “sfigato” Gregorio Matteo Cimino, che è voce narrante di quella che, agli occhi del maresciallo Sapone, “è un’altra bella rogna”.
E la storia di Aperitivo Fatale è quella di un avvelenamento, sinistramente pronosticato dalla medium, avvenuto in una Rosicano degli anni ’90, a un decennio di distanza dalle vicende del precedente romanzo.
A prendere la parola è subito Federica Angeli, che loda lo stile del romanzo, “caratterizzato da una grande ironia e da un ritmo calzante, cornice di una trama mai banale”, ma anche la caratterizzazione dei personaggi, molti dei quali tornano dalla precedente avventura letteraria di Cassone. Un elemento di novità è appunto il brigadiere Cimino, un “personaggione” che si destreggia fra un amico immaginario che lo sbeffeggia, e che scomparirà soltanto quando il carabiniere troverà il suo grande amore, e orribili compilation targate anni novanta.
Proprio lo scrittore, in merito a un personaggio dichiaratamente omosessuale come Cimino, dichiara: «Ritengo naturale certe cose e spero che il mio Gregorio possa far sorridere anche su temi abbastanza importanti».
La storia del romanzo, che Cassone ritiene a precisare non sia un giallo quanto una commedia noir, racconta dunque di un aperitivo a base di un Vermut Solitario (i giochi di parole ritornano spesso nel romanzo, ed è una caratteristica fra le altre che lo rende piacevole da leggere) che si rivelerà fatale per Placido Visone, al centro di un triangolo amoroso che il piccolo paese vorrebbe districare, mosso dagli scoop e dai titoloni della giornalista Pacifica Diavoli. Un personaggio, quello della Diavoli, “amato e odiato” dallo scrittore in quanto simbolo di una categoria, quella dei giornalisti che vanno oltre la semplice cronaca, che in fondo ci riguarda anche da vicino. Perché un altro tema che muove il romanzo è proprio questo, la voglia di “puntare il dito” contro una persona, l’amante della “fresca” vedova Visone, prima ancora che sia colpevole, e qui Cassone è bravo a indirizzare volutamente il lettore in una direzione, che alla fine diverge verso possibili soluzioni.
Tocca dunque ancora una volta al maresciallo Sapone risolvere il caso, aiutato dalla moglie Margherita, che assume un ruolo di maggior spicco rispetto al precedente romanzo, e dal brigadiere Cimino, che purtroppo ha la “colpa di farsi troppi film mentali”. E alla fine anche il processo, guidato da un Presidente della Corte al di fuori delle righe, si rivelerà una mezza farsa, lasciando il lettore avido di informazioni, fornite non senza pizzichi di ironia a smorzare la situazione.
E alla fine la giornalista Angeli si chiede se questa sarà l’ultima avventura a Rosicano, ma è proprio Cassone a regalare una sorpresa agli ospiti della serata dichiarando: «Durante il lockdown ho cominciato a documentarmi, anche grazie all’aiuto di Franco Lisi, perché ho intenzione di ambientare il prossimo romanzo nella Rosicano del 1750». E noi saremo qui ad aspettarlo.
Il prossimo appuntamento con la rassegna è per giovedì 15 alle 19.00 con Andrea Montovoli che presenterà il suo primo libro Io non sono Grigio. Dialogherà con l’autore la giornalista Tiziana Ferrario.
Fotoservizio di Mario Rosato.