A dialogare con lo scrittore fasanese, a Masseria Villa Verde, la sceneggiatrice Antonella Gaeta
FASANO – A volte si ritorna. Spesso si ha la necessità di farlo per capire cosa accade dopo, o magari cosa è accaduto duecento anni prima.
È un po’ questo il filo che ha legato l’evento di ieri sera (24 novembre) a Masseria Villa Verde, dove il giornalista e scrittore fasanese Dino Cassone ha presentato “Il Carosello degli Inganni” (Les Flâneurs Edizioni).
Secondo appuntamento della quarta edizione della rassegna letteraria “LibriAmo…tra le masserie”, promossa dal locale Mondadori Point dell’imprenditrice Laura De Mola, la serata ha visto la presenza di Antonella Gaeta, di recente sceneggiatrice “protagonista” con la serie Qui non è Hollywood.
«Un libro divertente, intelligente, arguto e appassionato, con una prosa fresca» lo definisce Gaeta.
Il romanzo si apre nel 1798, nei turbolenti anni dell’effimera Repubblica Napoletana, a Rosicàno, un non meglio precisato borgo meridionale dove chi ha compiuto la scalata sociale corre il rischio di vedere i propri risparmi sparire sotto l’effetto delle tasse. È così che un gruppo di arricchiti, guidati da Don Floriano Spingitore, creerà ad arte dei falsi titoli nobiliari e antichi fasti per Rosicàno pur di scampare ai balzelli del Regno di Napoli. Ma non tutto filerà come sperato.
«La scelta di ambientare questo libro nel ‘700 – spiega Cassone – è dovuta alla mia passione per l’accurata ricerca storica di quel periodo, dai Cavalieri di Malta al Baliaggio, che Fasano stessa aveva sperimentato».
Da qui una serie di aneddoti su episodi realmente avvenuti a Fasano, con lo scrittore che ha lavorato inserendo nei libri anche “credenze popolari e leggende”.
Rosicano diventa il luogo simbolo di realtà a noi vicine (forse troppo vicine?), un paese dove tutti sono ricattabili e dov’è grande l’arte dell’inganno. Lo scrittore è bravo a districarsi nella matassa da lui stesso architettata e a muovere i fili come un grande burattinaio. Non manca, come fa notare la Gaeta, “il ricorso a una forma metaletteraria di ‘rottura’ della parete per rivolgersi direttamente al lettore”.
Lo scrittore si diverte nello scrivere il testo, «mi piace giocare con le parole cesellandole» afferma, e il “gioco” dei nomi assume un ruolo fondamentale, dacché essi racchiudono le caratteristiche stesse di ognuno dei personaggi (Spingitore, Diavoli, ecc.), senza dimenticare i riferimenti alla Chiesa, che tutto vede e tutto può, e all’universo femminile, intriso di invidia per la comparsa della bellissima donna nel paese.
Un libro che, come vorrebbe anche il suo editore (e il pubblico di ieri sera), freme per avere un seguito.
Il prossimo appuntamento di “LibriAmo…per le Masserie” sarà sabato 30 novembre.a Canne Bianche Hotel a Torre Canne con il regista Pupi Avati.
Fotoservizio di Francesco Schiavone.