Ieri sera l’appuntamento al Chiostro dei Minori Osservanti
FASANO – E se?
Sono delle subordinate ipotetiche a tessere i fili di un racconto che ha meritato tutti gli applausi del pubblico che ieri sera (1° luglio) ha assistito alla prima di “Bottiglia blu”, lo spettacolo scritto e diretto da David Marzi, coadiuvato alla regia da Teresa Cecere, portato in scena da SenzaConfine Teatro.
A far da contorno al tavolo centrale di scena gli splendidi affreschi del Chiostro dei Minori Osservanti, entro il quale si svolgono tutte le vicende, in uno spazio che quasi (se non fosse per lo splendido sfondo stellato) ricorda quello del Carnage di Polanski.
La scena si apre con la cena di un gruppo di amici, uniti da passioni politiche e senso del dovere. C’è David (Domingo Sibilio), uno studente ebreo, Giulia (Sonia Pugliese), studentessa di sociologia, la studentessa di giornalismo Eva (Chiara Brunetti) e il dottorando in politica Ahmed (Michele Conversano).
A cambiare le carte del gioco è l’entrata in scena del poliziotto razzista Mario (Mattia Muolo), che scatena una rissa sulla sponda di ideali malsani, che portano infine al tragico omicidio “per errore” commesso da David nei suoi confronti. I quattro si interrogano sul cosa fare, e solo l’ucronia di David, che si chiede cosa sarebbe accaduto se tutti loro avessero avuto la possibilità di uccidere Hitler da giovane, impedendo la seconda guerra mondiale, mette una pezza sulla situazione.
Ed è così che i quattro decidono che uccideranno qualcuno, avvelenandolo con dell’arsenico contenuto in una bottiglia blu, soltanto se non riusciranno a fargli cambiare idea su qualcosa di “sbagliato”. Ed è qui che la verve dissacrante e l’humour nero vengono fuori in un susseguirsi di situazioni che vedono coinvolti numerosi personaggi (Mariliana Petruzzi, Chiara Laghezza e Mattia Muolo), con i temi di omofobia, razzismo, aborto, clima – e tutto quel che può dar fastidio -, che vengono inseriti nel tritacarne della lucida follia di quattro perfetti assassini, che dall’estirpare il male nel mondo se ne son fatti portatori. È il rovesciamento dei ruoli, che l’intervento dell’Onorevole Ferrari (Mattia Monopoli) porterà all’estremo con il gesto finale.
La commedia è politicamente scorretta, volutamente volgare; una farsa che urla in faccia la realtà di un mondo legato a meccanismi ancestrali e ferali. In questo aiutano le luci di scena e il dinamismo che, a 360°, coinvolge tutto il pubblico presente. Le risate non mancano, le riflessioni anche, in quello che forse è il miglior prodotto di questa stagione estiva che già promette scintille.
Fotoservizio di Francesco Schiavone.