Con il magistrato calabrese si conclude mirabilmente la seconda edizione della rassegna letteraria organizzata dal Mondadori Point di Fasano
FASANO – Pubblico delle grandi occasioni, ieri 31 luglio a Masseria San Giovanni, per ascoltare Nicola Gratteri ospite di LibriAmo…tra gli ulivi. Il magistrato calabrese ha così chiuso – almeno sulla carta, i due appuntamenti saltati probabilmente verranno recuperati a fine estate – la seconda edizione della rassegna letteraria organizzata dal Mondadori Point di Fasano di Laura De Mola. A dialogare con Gratteri è stato il conduttore radiofonico e televisivo Savino Zaba.
A fare da pretesto a quella che Zaba ha abilmente spinto a diventare una vera e propria lectio magistralis è stato l’ultimo libro pubblicato dal magistrato, scritto in coppia con Antonio Nicasio e pubblicato da Mondadori, dal titolo La Costituzione attraverso le donne e gli uomini che l’hanno fatta. Un libro, ha spiegato Zaba, suddiviso in tre parti: la prima storica, la seconda che analizza i dodici principi fondamentali della nostra Costituzione e la terza che affronta grandi temi attuali come la libertà, l’emancipazione femminile e la scuola. «Scritto con un linguaggio semplice, non tecnico, adatto per il pubblico a cui il libro è destinato, i ragazzi».
Ma a prendere la scena sono state le intense riflessioni sulla “decadenza del mondo occidentale”. A partire dal forte abbassamento del senso dei valori e dell’etica, lontanissimi da quelli che animavano i padri costituenti. «Oggi è difficile trovare una personalità etica e morale come quella di Sandro Pertini», ha chiosato Gratteri.
Il magistrato si è poi scagliato contro le riforme sulla giustizia e sulla libertà di stampa varate dall’ultimo governo, definendole “aberranti” per contenuto e linguaggio utilizzato, «spesso artefatto affinché la casalinga di Voghera non possa comprendere. Sono arrabbiato – ha confessato Gratteri – perché vorrei che tanta gente si indignasse, che si chiedesse come mai lo Stato non riesce ancora a contrastare la mafia e i reati in genere. Mi piacerebbe che si creasse finalmente un sistema giudiziario che dia molte risposte alla gente».
Non poteva mancare “l’argomento mafia”, nucleo del suo lavoro da sempre e che gli è costato la libertà dal lontano 1989. Gratteri ha sottolineato come i complici delle mafie sono “le professioni”. Le piccole banche e soprattutto le finanziarie sono diventati i luoghi ideali per il riciclaggio del denaro sporco, perché «i poteri spostati in periferia sono più facili da corrompere, gestire e controllare». Non è dunque un caso che le mafie si siano spostate al nord, dove hanno trovato “l’abbraccio” degli imprenditori.
Il magistrato ha evidenziato anche il tipo di trasformazione che nel tempo hanno subito le mafie: «Sono diventate “interlocutori sociali”, capaci di spostare i voti. Non si ammazza più perché non ce n’è più bisogno. Da Roma in su c’è spazio per tutti, c’è possibilità di fare affari ovunque, Europa compresa. Non a caso la Germania è diventata il cuore pulsante delle organizzazioni mafiose. Per questo il lavoro delle procure è diventato ancora più complesso».
Sollecitato da Zaba, Gratteri si è anche espresso sulla situazione in Puglia. «La vostra regione è in forte effervescenza culturale e sociale, ma attenzione alla mafia foggiana, che “vuole farsi riconoscere”. Per questo è particolarmente cruenta e plateale».
A chiudere un pensiero personale del magistrato che ha riacceso nel numeroso pubblico una fiamma di speranza e di ottimismo verso le istituzioni: «Non ho mai avuto ripensamenti. Faccio il lavoro che ho sempre amato, il magistrato. E sarò sempre in prima linea a protestare, altrimenti non avrebbe senso la vita che sto conducendo».
Fotoservizio di Francesco Schiavone.