La dura nota dei volontari a seguito dell’avvelenamento di un cane randagio
FASANO – Riceviamo e pubblichiamo il comunicato dell’associazione “Quattrozampe nel Cuore” in merito alla triste vicenda di Black, il cane avvelenato nelle campagne di Fasano.
“L’inferno è vuoto, tutti i diavoli sono qui.
Scriveva così Shakespeare, qualche tempo fa. E si riferiva a quelli uomini che calpestano indegnamente questa terra.
Vi era, su un campo adiacente a un parco per bimbi qui, in Fasano, in terra di G7, in terra di turismo, approdo dei grandi del mondo, tanto per dire e per ricordare, un prato bellissimo, fiorellini gialli, e il profumo di un’estate che moriva e un autunno che avanzava, e c’era – si ha difficoltà a dirlo -, perché adesso non c’è più, un nugolo di cagnolini dalle codine festose, accanto a una mamma cagna dagli occhi dolci e profondi, come sanno essere gli occhi di madri che hanno compiuto il miracolo del darsi, per dare e per lasciar solchi di vita su questa terra.
C’erano, e loro erano felici. Non avevano nulla, anzi, eppure erano felici. Proprio nulla no, avevano per compagna la luna, specie d’estate, e ci parlavano con quell’immenso bianco, dal cerchio iridescente. Li sentivi nelle notti di luna piena ululare, chissà cosa si dicevano. E che ne sa l’uomo di quel canto dei randagi, che ricorda il canto dei gitani, canto di festa e libertà. Che ne sa l’uomo che col suo passo immondo ha insozzato la terra?. Avevano per compagni anche il vento, per correrci dentro, e la libertà.
Certo, le notti d’inverno di freddo e di pioggia i loro cuoricini ghiacciavano ed anche i loro corpi, ma ci pensavano gli ulivi con i loro tronchi a dar riparo, a dar conforto. E lì ci rimanevano ad aspettare la primavera, e a modo loro riuscivano ad essere felici.
Ma l’occhio di un umano dal cuore nero da lontano guardava. Quei cani, in quel campo di fiorellini ancora gialli, erano docili e mansueti. E per loro c’erano creature mandate da Dio, che assomigliano agli angeli, che hanno tatuato nel loro cuore un solo comando: dar conforto, soccorso e carezze ai randagi. Ogni santo giorno i volontari mettevano per loro ciotole d’acqua e da mangiare.
Ma un brutto giorno, qualche giorno fa per la esattezza, i diavoli che dovevano essere nell’inferno a bruciare hanno pensato bene di metter esche velenose per ammazzare, strozzare e straziare queste anime innocenti che volevano correre nel vento.
Black, quello nero, che forse era il cagnolino più bello di tutti, l’abbiamo trovato col corpicino contorto dai dolori, dallo strazio, col musetto serrato, coperto di schiuma gialla, in una smorfia di indicibile dolore. Ma gli occhi…bisognava vederli quegli occhi, per vergognarci!
Guardava il cielo, per riscattar l’orrore, e al cielo una sola domanda, ‘perché?’. Accanto a quel corpicino la mamma cagna gridava al mondo il suo dolore. Un pianto infinito, che non finiva mai, e a pochi passi dal quel corpicino straziato altri cuccioli agonizzanti con l’esca maledetta ancora in bocca si preparavano a lasciar questo brutto mondo.
E vogliamo puntualizzare che accanto a quel campo di morte vi è un parco di giochi per bimbi. Quelle esche avrebbero potuto avvelenare i bambini, qualora le avessero prese in mano per gioco. A te, diavolo che dovevi bruciare nell’inferno, una sola parola: vergogna!
Grazie a quella parte della comunità buona e compassionevole che, insieme alla nostra associazione, hanno reso un servizio prezioso alla comunità fasanese. Senza il loro intervento, la loro segnalazione, la presa in cura di queste innocenti creature, senza questo le esche assassine avrebbero ancora regalato morti.”