L’intervista alla preside tra riflessioni e successi della sua “missione” scolastica appena conclusa.
FASANO – Nel mondo dell’istruzione ci sono figure che lasciano un’impronta indelebile nella vita di studenti e insegnanti. Una di queste personalità è la dirigente scolastica Stella Carparelli, del prestigioso I.I.S.S. “L. da Vinci”, che recentemente ha dato il suo commovente addio alla scuola per intraprendere la meritata pensione.
La sua carriera, che si è sviluppata attraverso decenni di impegno e dedizione, è stata segnata da innumerevoli traguardi, innovazioni e profonde riflessioni sul mondo dell’istruzione. In questa intervista, Gofasano ha ripercorso gli anni della dirigenza di Stella Carparelli, le innovazioni introdotte nella sua scuola e il suo prezioso punto di vista sull’evoluzione costante dell’istruzione e sull’importanza cruciale che la scuola riveste nella formazione delle giovani menti.
«Vorrei cogliere questa occasione per salutare i ragazzi e i preziosi docenti della mia scuola perché quest’intervista cade in un giorno particolare: l’inizio del nuovo scolastico – ha esordito ieri la prof.ssa Carparelli durante la nostra chiacchierata – Stamattina il primo pensiero è stato rivolto a loro, a quanto mi mancava il momento dell’accoglienza del primo giorno, anche se con quella profonda serenità che mi porto dentro perché credo, e spero, di aver svolto in questi 13 anni di dirigenza del “da Vinci” un lavoro del quale posso sentirmi abbastanza soddisfatta.
Non ho mai considerato il mio lavoro di “carriera”, – ha continuato la dirigente – il lavoro della scuola è una missione, mi è stata fornita l’occasione di un viaggio con i nostri giovani e il loro mondo. È stata una meravigliosa esperienza formativa, prima di tutto per me stessa. Quando si lavora in una comunità educante la relazione è sempre reciproca perché si insegna e si impara tantissimo. Guardo a questi anni con una gioia interiore che oggi appare con una sfumatura di nostalgia e di tristezza ma è inevitabile, il tempo passa».
Innumerevoli sono i risultati portati avanti negli anni del suo mandato: «In questi 13 anni abbiamo raggiunto degli obiettivi davvero importanti, primo fra tutti è quello di aver radicato la storia del liceo nel territorio. La realtà fasanese in questi anni è tanto cresciuta e siamo debitori a chi dedica tempo al suo sviluppo. Quando l’ultimo giorno di lavoro, il 31 agosto, ho lasciato la mia scrivania, il faldone più pesante era quello che contiene i partnerariati firmati in questi anni con associazioni ed enti del territorio, a cominciare dalla stessa Amministrazione comunale che negli anni ci ha visti sempre più collaborativi con tanti progetti che hanno permesso ai ragazzi di formarsi a 360 gradi, ma anche l’Istituto Latorre, il Canonico Rossini, Fasanomusica, la Pro Selva e tutte le forme di associazionismo, arrivando a sottoscrivere, ad oggi, ben 65 partnerariati. I nostri ragazzi hanno potuto godere di un ventaglio di opportunità molto grande, offrendo a ciascuno possibilità in base alle proprie competenze, alle proprie attitudini, ai propri desideri. La prof.ssa Muzzupappa e la prof.ssa Angelini si sono dedicate esclusivamente a questa azione di tessitura della rete della scuola con le realtà del territorio, facendo volontariato per il doposcuola, promuovendo la lettura con i Presidi del Libro, collaborando con Fasanomusica che ha offerto loro dei matinée nel nostro auditorium.
Ricordo – ha proseguito la Carparelli – che nel mio intervento di insediamento, 13 anni fa, l’immagine che utilizzai in collegio fu proprio questa: “Eliminiamo le barriere”, in senso fisico ma anche come pregiudizio, e facciamo della scuola uno spazio aperto per accogliere tutte le possibilità di crescita per i nostri ragazzi. E per questo, credo che l’obiettivo più alto sia stato raggiunto».
L’ I.I.S.S. “L. da Vinci” non comprende solo il liceo ma anche l’Istituto professionale dei Servizi socio-sanitari, secondo la dirigente, una bella realtà ancora un po’ sottovalutata dal territorio e dalle famiglie: «Il percorso formativo è molto moderno e attuale. In questi anni abbiamo introdotto un laboratorio di igiene nel quale i ragazzi possono svolgere attività pratica di preparazione alle discipline infermieristiche e al primo soccorso. Nei due anni di Covid è stato importante centrare la figura di chi era pronto ad affrontare l’emergenza sanitaria e, proprio in quell’occasione, abbiamo avviato questo laboratorio, per far capire ai ragazzi che la loro preparazione aveva un incredibile potenziale. Io credo tantissimo nella forza del tessuto sociale e quella scuola va valorizzata perché offre possibilità di assistenza dall’infanzia alla terza età, ma anche in tema di emergenza sanitaria come abbiamo anche avuto modo di dimostrare in occasione del terremoto in Abruzzo, quando partii io stessa con i ragazzi del liceo scientifico e le ragazze dell’istituto professionale, per aderire ad un’iniziativa di turismo solidale promosso proprio dalle scuole de L’Aquila. Un’esperienza forte: le case e le scuole erano distrutte e i ragazzi molto provati, ma ci armammo di coraggio. I ragazzi del liceo seguirono lezioni di ingegneria riguardante l’edificazione urbanistica per prevenire le catastrofi, mentre le ragazze incontrarono gli assistenti sociali, gli psicologi e il team di lavoro che si stava occupando delle fragilità familiari e di servizio sanitario. Ricevemmo il plauso dal Ministero e per questo sarò eternamente grata al prof. Vinale e alla prof.ssa Monopoli, referenti del progetto. I ragazzi ancora oggi raccontano di aver vissuto l’esperienza più bella e più significativa della loro vita».
Il “da Vinci” ha sempre navigato seguendo la propria rotta, quella del futuro nel campo dell’istruzione ma anche della società stessa: «Qualche anno fa – ha raccontato la dirigente Carparelli – il Ministero ci chiese di identificare con una frase il Piano dell’offerta formativa, una frase che enunciasse il contenuto in maniera immediata. Noi scegliemmo “Di sana e robusta costituzione”. È stato quello il nostro faro di orientamento per tutte le scelte. Oltre al corpo docenti ben formato, abbiamo sempre declinato ogni disciplina anche sul piano educativo, come le iniziative messe in atto in materia di cyberbullismo e sicurezza stradale. Quello che ci ha guidato è sempre il principio che non basta conoscere le discipline ma bisogna praticare davvero la cittadinanza».
Ma qual è stato il segreto del suo successo come dirigente scolastica? «Stavolta posso dirlo – confessa la Carparelli – mi vanto del mio percorso formativo personale. Infatti, sono partita come laureata in filosofia per poi affacciarmi al mondo della psicologia, praticando anche come psicoterapeuta, iscrivendomi all’albo, e poi… ho fatto tanta politica. Ringrazio per tutto questo me stessa e chi mi ha permesso di farlo, come la mia famiglia e gli amici che hanno sempre creduto in me. Credo che tutto il mio percorso mi abbia dato gli strumenti per raggiungere questi traguardi.
Quando mi sono insediata, inoltre, sono subito uscita dallo schema tradizionale con il dirigente a capo e uno, massimo due collaboratori. Ho voluto attorno a me delle figure di sistema all’interno del collegio (quest’anno erano ben 18) che sono paritarie ai miei collaboratori e anche a me, facendo funzionare in maniera democratica l’equipe di presidenza. Penso che questo sia stato uno dei miei punti di forza come dirigente. Colgo, infatti, l’occasione per ringraziare particolarmente i docenti Dory Argese, Dino Convertini e Francesco Ammirabile, miei più stretti collaboratori che non mi hanno mai lasciata sola, assicurando alla comunità competenza, rappresentanza ed equilibrio».
La preside, però, ha voluto sottolineare l’importanza dedicata, personalmente e da parte della scuola, al delicato settore dell’inclusione: «Abbiamo 3 consigli di classe all’anno con una media annuale di 40 classi e io non ho mai mancato un consiglio perché ho sempre voluto avere una visione puntuale e meticolosa su ogni ambiente. Sono sempre stata a conoscenza di ogni situazione e di quelle dei singoli ragazzi. Ci siamo posti l’obiettivo di dialogare con chi avesse bisogni educativi speciali e scegliere il docente di sostegno con le competenze specifiche del caso, sempre mettendo in prima linea anche le famiglie. Non li abbiamo lasciati soli nemmeno durante la pandemia: facevamo videochiamate di piacere anche durante il pomeriggio per non interrompere quel filo che avevamo creato tra il ragazzo e il sistema scuola».
Ma, come detto, l’istruzione è sempre in evoluzione: «Adattarsi alle innovazioni didattiche in continua rivoluzione non è semplice e lo abbiamo testato durante il Covid quando siamo stati costretti ad adottare la didattica a distanza. Ogni docente e ogni ragazzo si è adeguato ai nuovi strumenti, molti dei quali si sono dimostrati efficaci e funzionali, tanto da essere confermati anche quando si è tornati fisicamente in classe. Il mondo dell’istruzione ha comunque subìto notevoli cambiamenti grazie ai governi che si sono succeduti, come l’eliminazione del cartaceo, il cablaggio delle scuole, i maxi schermi nelle aule, rendendo la scuola all’avanguardia. Come scuola, siamo sempre al passo con i tempi, basti pensare anche all’introduzione della robotica e dell’apprendimento immersivo con i visori per potenziare l’indirizzo di studi delle scienze applicate.
La scuola, però, ha messo al centro anche l’arte e lo spettacolo grazie al laboratorio teatrale “Intrecci di musica e letteratura”: «Questo progetto mi fa ancora battere il cuore – ha ricordato emozionata la preside – perché in tutti questi anni abbiamo lavorato non solo con le eccellenze ma con tutti, lanciando un teatro di inclusione come impegno civile e sociale, trattando temi come il terrorismo, l’ambiente, la diversità. Abbiamo avuto occasioni incredibili in questi anni come anche la partecipazione di Roberto Vecchioni che ha espresso il desiderio di venire nella nostra scuola dopo aver visto lo spettacolo messo su dai ragazzi.
Tra i vari progetti, inoltre, mi preme ricordare “M’illumino di meno”, la giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili, insieme alla prof.ssa Lezzi, e i progetti di salvaguardia dell’ambiente che hanno portato il nostro liceo ad essere la prima scuola in tutta la Puglia ad effettuare un innesto degli ulivi in giardino per salvarlo dalla Xylella.
Altra esperienza degna di nota è stato il laboratorio di educazione alla politica, attuato insieme alla compianta prof.ssa Chelli Nardelli: in ogni appuntamento c’erano ospiti politici che si confrontavano regalandoci interessanti dibattiti con visioni estremamente diverse. Un’esperienza di ricchezza, condivisione, analisi dei problemi, equilibrio e crescita.
Non c’è mestiere al mondo più bello di quello del dirigente scolastico perché con una visione di 1000 alunni all’anno, hai di fronte 1000 giovani che non ti danno modo di guardare indietro ma di avere sempre uno sguardo rivolto al futuro».
Ad ispirare Stella Carparelli non ci sono citazioni o motti, ma una canzone. «“La cura” di Battiato, mio mito da sempre proprio per la sua figura di filosofo pensatore, sempre alla ricerca, rappresenta per me il modo di affrontare la vita, con quella capacità dell’umano di prendersi cura dell’altro. Se ci si prende cura degli altri, tutto quel bene ritorna».
Inizia una nuova vita per Stella Carparelli che, già nostalgica, ha rivelato di sentire la mancanza dell’energia dei ragazzi. «Adesso voglio dedicarmi al volontariato per continuare a trovare questa energia, questa gioia e questa prossimità all’altro».