“Siamo a favore della legge che tutela l’aborto ma respingiamo tutte le polemiche”
FASANO – La nota dell’UAAR di Bari (Unione Atei e Agnostici Razionalisti) diffusa l’altro giorno con riferimento ai commenti scritti dal Movimento per la Vita di Fasano e apparsi sotto il post dell’assessore alle Politiche Sociali Cinzia Caroli con la quale la stessa UAAR chiedeva di intervenire contro le affermazioni anti-abortiste scritte dopo l’evento patrocinato dallo stesso Comune di Fasano ha scatenato una serie di polemiche sull’argomento, soprattutto sui social.
Poco fa il sindaco Francesco Zaccaria e l’assessore alle politiche sociali Cinzia Caroli hanno precisato con una nota di essere favorevoli alla legge che tutela l’aborto e di respingere tutte le polemiche che si sono innescate.
“Circa i rilievi avanzati sul patrocinio all’iniziativa del movimento per la vita – dichiara il sindaco Francesco Zaccaria -, come amministrazione riteniamo da sempre che non si debba entrare in questioni di coscienza individuale, soprattutto quelle il cui peso ricade interamente sulle donne. E noi non ci siamo (né ci permetteremmo mai) di farlo. Consideriamo l’aborto un diritto. Sono quindi allibito da questa polemica sui social che strumentalizza l’autodeterminazione di una donna, solo (evidentemente) per altre finalità (in cui non vogliamo entrare) che non mostrano rispetto per questa giovane e per il suo diritto di scegliere. La legge 194 è una legge equilibrata, attenta e rispettosa delle scelte delle donne. Non si può lasciare una scelta delicatissima come l’aborto alla clandestinità e all’illegalità, né si possono abbandonare le donne alla solitudine quando la prendono in considerazione. Non siamo noi gli alleati di chi vuole abolire una legge – conclude il primo cittadino – che ha fatto costantemente ed enormemente calare, da 45 anni fa ad oggi, il numero degli aborti e delle madri, morte per aborti fatti in clandestinità, senza igiene e senza rispetto. Proprio come senza rispetto sono le polemiche strumentali”.
Sulla stessa linea l’assessore Caroli.
“Nonostante la delicatezza e la complessità del tema oggetto di polemica (che non può essere affrontato seriamente sui social) sento il dovere di intervenire con alcune precisazioni – evidenzia Cinzia Caroli -. Noi crediamo nel lavoro di tutti coloro che cercano di sostenere le donne nel loro percorso, sia che vada in una direzione che in un’altra. Nessuno ha il diritto di giudicare le scelte sofferte che una donna è chiamata a fare. Il Movimento per la vita ha ottenuto, come avviene da anni (a prescindere dal colore politico della Amministrazione di turno), il patrocinio del Comune per il suo sostegno attivo alle giovani mamme in difficoltà che decidono liberamente di proseguire una gravidanza. Mi rammarica la gogna sui social di questi giorni che ha coinvolto addirittura persone che, pur conoscendo la mia storia personale e politico-amministrativa nonché le mie battaglie sociali sulle donne, l’infanzia, i diritti civili e la parità di genere, hanno deciso di attaccarmi duramente arrivando, persino a invocare le mie dimissioni, attribuendomi concetti che non ho mai pronunciato e dai quali prendo la più netta e convinta distanza. Sono da sempre convinta – prosegue l’assessore Caroli – che la legge 194 abbia rappresentato una conquista di civiltà del nostro Paese e che va tutelata e preservata ogni giorno. Da donna, madre, impegnata nelle Istituzioni sono, da sempre, a favore della legge che tutela l’aborto come diritto delle donne. Ciò non mi impedisce di sostenere, allo stesso tempo, tutte le realtà associative e i movimenti che si impegnano concretamente e con fatica ad aiutare i deboli, comprese quelle ragazze che spesso vengono dimenticate da tutti e lasciate ai margini della società ad affrontare scelte delicate della propria vita. Lo dico con convinzione perché ho ascoltato molte di queste ragazze e sono rimasta estremamente colpita dalle loro storie. Sarebbe bello, oltre che utile – conclude la Caroli – , che i tanti “leoni da tastiera” che in questi giorni hanno infangato la mia persona dedicassero parte del loro tempo all’ascolto di queste storie e all’ascolto di chi, liberamente, la pensa diversamente. Ne usciremmo tutti più arricchiti”.