
Il professionista ed ex amministratore, precisa come sia possibile agire a tutela delle attività commerciali
FASANO – E’ apparso qualche giorno fa, sul portale web Eutekne.info (rivista specializzata su notizie e approfondimenti riguardanti il mondo del fisco in generale), un contributo del commercialista e revisore legale fasanese, Gianleo Moncalvo, già assessore al Bilancio e vicesindaco del comune di Fasano.
Moncalvo, all’interno della sua riflessione, approfondisce il tema che sta tenendo banco questi giorni in quasi tutti i comuni d’Italia: il pagamento di TARI e TOSAP da parte degli esercenti che hanno dovuto sospendere la loro attività a causa del lockdown imposto dal governo.
Riflessione che, essendo uno spunto interessante su quanto si discute anche in questi giorni nella politica fasanese, riportiamo di seguito.
“L’attuale scenario venuto a determinarsi con l’insorgere della pandemia da Covid 19 sta generando, tra le altre cose, riflessioni in merito all’applicazione o alla corretta determinazione di alcuni tributi locali. Nella fattispecie parliamo di TARI e TOSAP.
Il presupposto impositivo della TARI è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o di aree scoperte operative suscettibili di produrre rifiuti urbani.
Il presupposto impositivo della TOSAP è l’occupazione di qualsiasi natura effettuata, anche senza titolo, sui beni appartenenti al demanio o al patrimonio dei comuni e delle province.
Ed allora in questi giorni di prigionia casalinga il pensiero corre ai locali vuoti delle imprese commerciali ed industriali, chiuse per decreto, o che hanno visto quasi azzerato l’utilizzo delle superfici fino ad ora impiegate per produrre o vendere beni.
I presupposti impositivi sono venuti (temporaneamente) meno in ragione della causa di forza maggiore che ha indotto il governo ed il legislatore ad attuare provvedimenti urgenti per limitare la diffusione del contagio?
Si può corrispondere una tassa, che notoriamente è un tributo pagato allo stato o a un ente pubblico dai cittadini e dalle imprese per usufruire di particolari servizi, quando quei servizi non possono essere più fruiti per una norma di legge?
Si può corrispondere una tassa quando i servizi erogati sono stati ridotti per causa di forza maggiore?
Numerosi comuni si rivolgono all’IFEL per chiedere lumi.
E l’Ifel risponde, con nota di chiarimento del 24 aprile scorso, con riferimento specifico alla TARI, che il tema della potestà comunale di applicare agevolazioni (rectius riduzioni), correlate agli effetti dell’emergenza COVID 19 si pone in un contesto normativo che consente già ai comuni di procedere a rimodulazione delle tariffe sui PEF relativi al 2020, con eventuale conguaglio dei costi da questo risultanti ripartibile nel triennio 2021-2023, derogando provvisoriamente alla regola di determinazione delle tariffe in rapporto all’integrale copertura dei costi del servizio.
Ebbene è quindi possibile, immediatamente, per i comuni operare delle riduzioni immediate sulla Tari ed ancora di più, in ragione del diverso presupposto impositivo e delle diverse norme applicabili, sulla TOSAP.
E tutto quanto appena detto non può non generare due ulteriori riflessioni.
La prima sull’immediato futuro, ovvero sulla rideterminazione immediata delle Tariffe alla base dei due tributi in ragione della diversa potenzialità delle aree occupate o suscettibili di produrre rifiuti, da attuarsi in misura proporzionale già sul 2020, in ragione del fatto che se la capacità ricettiva di un ristorante verrà dimezzata in ragione delle norme sulla diffusione del contagio, parimenti verrà dimezzata la suscettibilità di produrre rifiuti delle stesse aree.
Se i Comuni non agiranno immediatamente si intuiscono scenari di contenzioso dagli esiti tutt’altro che scontati.
La seconda riflessione invece riguarda invece il tardivo intervento dei comuni dal lato della stessa erogazione del servizio.
“Vis maior cui resisti non potest” avrebbe dovuto indurre i comuni a rimodulare, come avvenuto per quasi tutti quelli stipulati tra privati, i contratti stipulati con i gestori del servizio di raccolta e gestione dei rifiuti al fine di tenere conto della minore produzione di rifiuti assimilati agli urbani da parte degli esercenti attività d’impresa.
Siamo ancora in tempo, l’emergenza durerà ancora a lungo e la normalità non si intravede all’orizzonte.
Occorre agire tempestivamente perché questo tema è strettamente correlato a quello inerente la corretta determinazione delle tariffe TARI del 2020, sia per il periodo di totale chiusura, che, per quello che verrà molto più lungo e persistente, in cui le regole che oggi abbiamo applicato, anche per la determinazione dei tributi non saranno più valide. Il danno erariale emergente dall’inazione delle amministrazioni locali potrebbe generare ulteriori (parimenti gravi) problemi nel prossimo futuro.”