Le dichirazioni del consigliere comunale nonchè responsabile del Laboratorio Analisi di Fasano
FASANO – «Voglio ringraziare il dott. Franco Di Tano responsabile del Servizio Dialisi del PTA di Fasano, per aver acceso un riflettore su una delicatissima questione che riguarda tutti i cittadini di Fasano e dintorni che fruiscono di tali servizi, consentendo ad ognuno le proprie riflessioni».
A dichiararlo è il consigliere Antonio Scianaro, nonché responsabile fino al 31 dicembre 2018 del Laboratorio Analisi di Fasano, giorno in cui la Direzione Generale della Asl di Brindisi ha posto fine a questo ennesimo servizio nell’ex Ospedale Umberto I.
«Forse il consigliere Amati, impegnato nelle sue molteplici attività, non è a conoscenza che nelle sedi istituzionali, nei molteplici dibattiti e confronti sulla chiusura dell’Ospedale Umberto I e dei vari Servizi, più volte sono stati evidenziati i disservizi che sarebbero emersi in seguito a tale chiusura.
Forse non sa che nonostante la perentoria chiusura del 31 dicembre u.s. imposta dalla Direzione Generale, il Servizio di Laboratorio Analisi non si sa per quali ragioni ma si intuiscono, ha continuato l’attività fino al 12 aprile 2019 con un solo tecnico, per garantire le prestazioni a supporto degli ambulatori di Oncologia, Cardiologia, ecc. non avendo ancora predisposto soluzioni alternative.
Forse non sa che a differenza della sua Amministrazione Zaccaria, da sempre insensibile alla tematica sanitaria locale, in data 27 febbraio u.s. a Brindisi, nel corso della seduta del consiglio comunale, si approvava all’unanimità un ordine del giorno che “impegnava il Sindaco e l’intera giunta comunale ad intervenire senza indugio presso la Regione Puglia per chiedere la revoca della decisione di disattivare il laboratorio territoriale del Di Summa e di rivedere il piano della riorganizzazione della rete dei laboratori”.
Riorganizzazione regionale dei Laboratori di Analisi che stranamente ad oggi pare essere stata avviata nella sola provincia di Brindisi, e che ha determinato la definitiva chiusura del laboratorio di Fasano.
Sicuramente non sa che nel Laboratorio Analisi di Fasano si eseguivano circa 400.000 esami l’anno, tant’è vero che nei vari suoi comunicati, non abbiamo mai notato un’attenzione su questo essenziale servizio a supporto di tutte le attività sanitarie superstiti nel PTA, che vede oggi costretta l’utenza a enormi disagi, oltre ad una notevole perdita di fatturato per il naturale calo di prestazioni.
Non dovrebbe non conoscere la Delibera n. 744 della Direzione Generale Asl BR del 14 aprile 2018, “determinazione a contrarre ai sensi dell’art. 32, comma 2, del d. lgs. n. 50/2016, mediante procedura aperta telematica, per l’affidamento del servizio di trasporto di campioni biologici, citologici ed istologici destinati ad indagini di laboratorio, sacche di sangue e farmaci antiblastici nell’area di pertinenza della asl br per la durata di 60 mesi, da affidare con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa (art. 95, comma 2 e 6 del d. lgs. n. 50/2016)“ procedura dal previsto costo di 10.894.905 €, che avrebbe garantito un servizio trasporto emoderivati ed altro, in assoluta sintonia con le norme vigenti e che andava definita prima della chiusura dei vari Laboratori di Analisi, anche in previsione della imminente stagione estiva, dove si rischia il trasporto degli emoderivati a temperature decisamente elevate.
Fare terrorismo psicologico su un dirigente di alto profilo professionale, che quotidianamente è in trincea contro tutti i disservizi e disagi di questa Sanità, a tutela dei nostri concittadini e non solo, non merita ulteriori commenti, e più che chiedere procedimenti disciplinari a destra e a manca, andrebbe recitato un mea culpa.
Se il nostro consigliere regionale avesse controllato e vigilato nei corridoi dell’ex Umberto I in questi 10 anni, contro l’assoluta latitanza, come invece hanno fatto suoi autorevoli colleghi nelle proprie città (vedi Ospedale di Martina Franca), probabilmente oggi nella città di Fasano, avremmo potuto garantire livelli essenziali di assistenza sanitaria.
“L’unica cosa certa è che questa storia nuoce in ogni caso all’ordinario affidamento dei cittadini alle strutture sanitarie” ma per nostra fortuna ringraziamo il mezzo social che la mette in risalto».