
Storie di resistenza da sud a nord nell’appuntamento del 29 aprile
FASANO – L’antifascismo e la lotta per la liberazione dell’Italia dal nazifascismo parte anche dal Sud e sarà capace di orientare e “condizionare” le scelte politico-militari delle fasi resistenziali fino al giorno della liberazione, 25 aprile 1945.
Una storia dell’antifascismo da Sud a Nord non è stata mai scritta con l’attenzione e il rispetto che avrebbe invece meritato.
Nell’incontro promosso dalla sezione “G. Marangelli” di Fasano della Società di Storia Patria per la Puglia, che si svolgerà alle ore 17:30 del 29 aprile, presso la Biblioteca Comunale “I Portici”, si cercherà di ripercorrere le tappe fondamentali nelle quali migliaia di giovani, all’indomani del luglio 1943, avvertono forte la necessità di porre fine alla dittatura fascista e partecipare alla lotta di liberazione nazionale da Sud a Nord, dalle prime ore dello sbarco degli Alleati in Sicilia, fino alla proclamazione della “Liberazione” della Patria.
Anche la città di Fasano assicurò l’adesione al neonato Comitato di Liberazione Provinciale di Lecce, Brindisi e Taranto. Fecero parte del Comitato Provinciale del Fronte Nazionale di Brindisi i fasanesi: Pietro Nobile di Marco – Comunista; Stefano Palmisano di Vito – Socialista; Celestino Scarciglia – Socialista; Luigi Bianco di Ignazio – Partito d’Azione; Nicola Putignano – Liberale Democratico.
Ma si parlerà anche delle donne nella Resistenza: trentacinquemila le partigiane, inquadrate nelle formazioni combattenti.
Alcune coraggiose ragazze, antifasciste, fasanesi si diressero verso Nord, oltre Roma, per raggiungere le “brigate” partigiane e imbracciate le armi parteciparono attivamente alla lotta per la liberazione nazionale dal nazifascismo. Se ne ricorderanno i nomi: Vittoria De Carolis, Filomena Maggi, Antonia Colucci.
Un incontro per superare l’immagine di un Mezzogiorno conservatore e filofascista, per presentare il lavoro di recupero della memoria degli episodi di resistenza meridionale compiuto negli ultimi anni, che colloca il Sud nel contesto nazionale e fa della guerra di Liberazione un valore “italiano” nel senso pieno del termine.