L’iniziativa è del Cobas di Brindisi
FASANO – Il Sindacato Cobas organizza per Martedì 30 Aprile alle ore 11,30 a Fasano in Piazza Ciaia un sit-in e conferenza stampa per “denunciare come l’interdittiva mafia emanata dalla Prefettura di Lecce nei confronti di Gial Plast colpisce innocenti lavoratori che hanno ricevuto prima una contestazione disciplinare, con sospensione dal lavoro, e licenziati alla vigilia del Primo Maggio!”
Il sindacato protesta contro la “negazione del diritto al lavoro” per persone che si sono reinserite da decine di anni nel mondo del lavoro.
«Anche chi non ha mai ricevuto condanne-spiega il sindacato – come nel caso di un dipendente di Fasano licenziato perché venti anni fa aveva ricevuto un foglio di via da una città del Barese e subito dopo questo avvenimento aveva iniziato a lavorare nella raccolta dei rifiuti.
Nelle settimane scorse la ditta Gial Plast, società che gestisce in questo momento i comuni di Fasano, Cisternino, Ostuni, ha ricevuto una interdittiva antimafia dalla Prefettura di Lecce. L’interdittiva è uno strumento preventivo che si applica quando si hanno dei dubbi sul comportamento di una ditta, anche se non ci sono condanne specifiche.»
L’interdittiva antimafia ha colpito 30 lavoratori degli appalti brindisini e leccesi per i cosiddetti “reati spia” e sono stati sospesi dal lavoro.
I lavoratori coinvolti non hanno costituito sodalizi criminali adesso rivolti ad influenzare ditte e comuni ma hanno avuto anni prima problemi con la giustizia.
Questi dipendenti, in alcuni casi da oltre 20 anni, “hanno lavorato tranquillamente – continua il comunicato – con le diverse ditte che si sono susseguite nella raccolta dei rifiuti dei diversi comuni interessati al provvedimento della Prefettura di Lecce.
Una legge che se applicata in tutti gli appalti pubblici porterebbe alla espulsione dal mondo del lavoro di alcune centinaia di migliaia di lavoratori.
Espulsi dal mondo del lavoro queste persone non avendo più speranze andrebbero a rafforzare certamente i fenomeni mafiosi che si vogliono combattere con una legge dichiaratamente anticostituzionale.
Una società civile non può accettare tutto questo!”.