È stata inaugurata ieri, dall’ASD Custodero, una panchina dedicata al ricordo di Paolo Darcavio e Laura Lacirignola
PEZZE DI GRECO – L’amore conta, conosci un altro modo per fregar la morte?
Un amore che nasce dal dolore più grande, quello di perdere un proprio caro a causa del male del secolo, il cancro.
È questo l’insegnamento che ieri (4 febbraio), nella villetta di Pezze di Greco, è emerso dall’evento di sensibilizzazione organizzato dall’ASD Giovanni Custodero.
Alla presenza della presidente dell’associazione Elena Maggi, mamma di Giovanni, e delle famiglie di chi ha lottato contro il tumore, si è inaugurata una panchina di colore bianco – simbolo del tumore al polmone – in ricordo dei concittadini fasanesi Paolo Darcavio e Laura Lacirignola, scomparsi a causa di questa malattia.
“Un giorno per noi importantissimo – ha affermato Mariana Custodero dell’ASD Custodero -. È il quarto anno che in questo giorno scegliamo di sensibilizzare tutti su un tema che purtroppo tocca molte famiglie. Seguiamo gli insegnamenti di Giovanni per essere vicini a quanti hanno vissuto, e stanno vivendo, momenti difficili”.
L’associazione, infatti, porta avanti numerosi progetti come “La stanza sospesa” a Firenze, che dona a quanti non possano permetterselo una stanza per proseguire con le cure. Ricordiamo anche il progetto, condiviso con l’ODV “Una stanza per il sorriso” di Altamura, per la donazione di parrucche ai pazienti oncologici, oltre a numerosi programmi legati alla prevenzione attraverso visite gratuite. Gli ultimi progetti riguardano la donazione di una tavola spinale al reparto di Oncologia dell’Ospedale di Brindisi e il regalo di alcuni completini da calcio ad una squadra siciliana, composta da ragazzi sopravvissuti al cancro.
A prender la parola è stato poi il Presidente del Consorzio Ciisaf per l’ambito territoriale Fasano-Cisternino-Ostuni dottor Giovanni Cisternino, che ha sottolineato le “due speranze” alla quale ci si aggrappa nei momenti in cui la malattia travolge, ovvero la speranza di essere arrivati in tempo e quella legata ai progressi della ricerca, che oggi non fanno più pensare alla diagnosi come a una sentenza già scritta.
Poi la storia del medico palliativista dottor Nicola Cacucci, che ha raccontato i suoi trent’anni di esperienza al fianco dei malati. “Il nostro compito – ha precisato il medico parlando anche dell’importanza dei caregiver familiari – è quello di entrare in empatia col paziente, di cominciare con lui un percorso di cura, di afferrarlo quando inizia a cadere nel ‘burrone’”.
“Ciò che hanno fatto Paolo e Laura, alla quale dedichiamo questa panchina – ha affermato Maria Veloci, rappresentante dell’ASD Custodero – è stato l’amore che hanno trasmesso ai propri figli, e che oggi questi ultimi trasmettono mediante i loro insegnamenti. Questo dimostra come effettivamente il dolore possa trasformarsi in amore, è il messaggio più grande che Giovanni ci ha lasciato.”
Un messaggio di ringraziamento è infine giunto da Rossana Darcavio e Marco Mancini, a nome delle rispettive famiglie, che hanno infine svelato la panchina con la speciale targa dedicata a Paolo e Laura.
Fotoservizio di Francesco Schiavone.