Ieri la cerimonia di intitolazione.
FASANO- “Nessuno muore sulla terra finché vive nel cuore di chi resta”. Il Comune di Fasano continua così ad omaggiare chi, durante la sua esistenza, ha lasciato un segno indelebile, soprattutto con le sue gesta. Ieri, martedì 21 febbraio, sono state inaugurate due nuove strade nel territorio fasanese, intitolate ad Antonio Montinaro (a Pezze di Greco) e a Don Antonio L’Oliva (a Fasano).
Antonio Montinaro fu il caposcorta di Giovanni Falcone, il magistrato ucciso nella strage di Capaci insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli altri agenti della scorta. Ieri pomeriggio, la comunità fasanese ha voluto ricordarlo in occasione dell’intitolazione di una strada a suo nome a Pezze di Greco, la frazione più popolosa del Comune di Fasano, alla presenza delle sorelle del poliziotto Matilde e Luigina, il sindaco Francesco Zaccaria, il vicesindaco Luana Amati, il prefetto di Brindisi Michela Savina La Iacona, il questore di Brindisi Annino Gargano, insieme alle forze dell’ordine quali Polizia di Stato, Carabinieri e Polizia Locale. Alla cerimonia hanno preso parte anche il segretario provinciale di “Libera” Valerio D’Amici e la prof.ssa Giuditta Di Leo, responsabile cittadino dell’associazione contro le mafie, con gli studenti del liceo fasanese “L. Da Vinci” del presidio di “Libera”.
«È importante ricordare ma occorre anche richiamare forte il senso delle legalità per far comprendere ai giovani che per rompere il muro delle mafie bisogna sposare la necessità della giustizia – ha affermato il prefetto di Brindisi – Solo puntando sulla parte sana della comunità, i giovani saranno portati a scegliere lo Stato e a preferirlo alla lucida follia delle mafie». Il coraggio e il senso di responsabilità di Montinaro sono stati ricordati dai familiari presenti, a cui si è aggiunto il pensiero a Franco Zizzi, (il poliziotto fasanese ucciso nella strage di via Fani) da parte del sindaco Zaccaria.
Un momento significativo che è poi proseguito a Fasano con l’intitolazione della strada a Don Antonio L’Oliva, proprio nei pressi della Chiesa San Giovanni Paolo II che lui stesso aveva fortemente voluto. Tanti i parrocchiani che lo avevano conosciuto e che ieri hanno scelto di commemorarlo, anche in occasione del suo compleanno, che cade quest’oggi 22 febbraio, e della festa del Carnevale, da lui portata alla rinascita negli anni del suo operato a Fasano. Presenti, oltre alle istituzioni, il parroco Don Carlo Latorre che ha benedetto la targa, Don Vito Schiavone, l’associazione “Nuova Aurora” e i parenti del compianto sacerdote.
«Era un prete semplice che ha rivoluzionato la chiesa fasanese – ha ricordato Don Vito – era il prete del popolo».
«È stato realizzato un sogno – ha aggiunto la sorella – proprio in quelle strade che lo vedevano passeggiare e fischiettare». La sua bontà, infatti, è ancora viva tra chi lo ha sempre seguito e sostenuto in ogni sua iniziativa, come Antonella Schiavone che ora porta avanti il suo progetto. Così, mentre i bambini lasciavano volare dei palloncini colorati, i fedeli hanno potuto salutare Don Antonio sulle note del suo canto preferito: “Quante stelle, quante stelle, dimmi tu, la mia qual è? Non ambisco la più bella, basta sia vicina a te”.
Fotoservizio di Mario Rosato.