Il medico-chirurgo, ex sindaco di Fasano, ci spiega in una intervista come un medico affronta queste ore drammatiche in prima linea
FASANO – Lello Di Bari, medico-chirurgo e direttore primario del pronto soccorso di Ostuni, nonché ex sindaco del comune di Fasano, è uno di quei medici impegnati, in queste ore, a fronteggiare l’emergenza sanitaria in atto in tutto il nostro paese. Chi conosce Lello, e lo fa spogliandosi di ogni pregiudizio sulla sua figura politica (le cui idee possono essere più o meno condivise), sa benissimo che se c’è qualcosa che lo contraddistingue più di tutte, è la sua incondizionata disponibilità e totale abnegazione al lavoro che svolge.
In queste ore non facili, consci di quello che sta accadendo proprio all’ospedale di Ostuni dove è primario del pronto soccorso, abbiamo provato a “strappargli” un’intervista nei pochi minuti liberi che è riuscito a concedersi dal suo lavoro. Per questo lo ringraziamo, ancora una volta, per la sua disponibilità.
Virus Covid-19, c’è chi crede che sia ancora una banale influenza. Lello, hai mai creduto che fosse così?
No, non è una banale influenza e non ho mai creduto fosse così.
Innanzitutto perché l’influenza stagionale colpisce una frazione minoritaria delle comunità, in quanto la popolazione è in gran parte immune per pregresse infezioni e per la vaccinazione.
Il Covid19, invece, è un virus nuovo, altamente contagioso, che, in assenza di misure di controllo, può interessare una larga fascia della popolazione, del tutto sprovvista degli anticorpi per combatterlo, prima di iniziare la sua fase di regressione.
Inoltre, il virus causa forme gravi che richiedono il ricovero nel 15% dei casi. Parliamo di polmoniti che vengono curate in terapia intensiva per diversi giorni con l’ausilio della respirazione assistita.
Anche se la categoria più a rischio è chiaramente quella degli anziani, solitamente con un sistema immunitario più vulnerabile, il virus non risparmia, tuttavia, i quarantenni o i cinquantenni.
Alle complicanze che il virus può causare in taluni soggetti si aggiunge la contemporaneità dei contagi che caratterizza le epidemie e, di conseguenza, il problema della carenza di letti per terapia intensiva nelle province italiane e soprattutto al sud.
Da qui la necessità di applicare tutte le misure utili ad arginare l’espandersi dei focolai epidemici, anche se vengono percepite come eccessive.
Qual è il tuo ruolo in questa emergenza, oltre quello che tutti già conosciamo, e in che modo stai vivendo questa drammatica situazione?
Sono un medico e in questo momento di criticità sono in prima linea con i miei collaboratori per affrontare un’emergenza che non si è ancora manifestata, in Puglia, in tutta la sua ampiezza.
Cerco, al contempo, di tutelare i medici e gli infermieri, con i quali lavoro, rispetto al rischio di contagio.
Come Direttore del Pronto Soccorso di Ostuni impiego tutte le mie energie per organizzare il lavoro avendo riguardo anche della salute psicofisica dei miei collaboratori e, nonostante ciò, i turni sono massacranti, soprattutto perché molto intensi, i riposi spesso saltano e arriviamo a fine giornata stremati. Per questo colgo l’occasione per ringraziare tutte le persone con le quali collaboro che in questi giorni stanno facendo della loro professione una missione di umanità.
Ad oggi, in Puglia, si registrano 158 casi di contagio. Sarebbe pronto il nostro sistema sanitario regionale a subire un’ondata simile a quella della Lombardia? Qual è la sua falla principale e come possiamo tamponarla in una eventuale emergenza?
No, il nostro sistema sanitario rischierebbe il collasso.
Non è possibile riassumere in poche parole le tante falle del sistema sanitario regionale e locale.
Occorrerebbe parlare dei tagli alla Sanità, della chiusura dei numerosi presidi sanitari e ospedalieri locali, del taglio del personale, della mancanza di concorsi e di assunzioni. Tutte queste misure, ed in particolare la mancanza di una visione programmatica che conduca a scelte condivise e ragionate, oggi pesano come un macigno sulle capacità della nostra regione di affrontare l’emergenza sanitaria.
Ora, si cerca di correre ai ripari per fronteggiare questa minaccia inaspettata. Due le priorità: salvaguardare il personale sanitario e aumentare il numero dei posti letto per la terapia intensiva.
Per quest’ultima esigenza, alla fine della prossima settimana la Puglia avrà 209 posti in terapia intensiva dedicati esclusivamente all’emergenza Covid-19, alcuni dei quali anche presso il presidio ospedaliero di Ostuni.
Qual è il consiglio, a parte le prescrizioni che già conosciamo, che credi possa essere utile ai cittadini fasanesi?
Di unire alla prudenza una buona dose di ottimismo. So che è un momento difficile e non è semplice guardare al domani con fiducia. Ma abbiamo il dovere di farlo, per noi stessi, ma soprattutto per i nostri bambini e per i tanti giovani che, ora più che mai, hanno bisogno del nostro supporto, della nostra guida e delle nostre rassicurazioni.
Credi, da medico, che il peggio debba ancora venire o che in qualche modo le misure del Governo basteranno a contenere la pandemia da Coronavirus?
Nelle prossime settimane ci aspettiamo un aumento del numero dei contagiati, aggravato dai rientri in massa, dalle regioni del nord, di molti concittadini.
Le misure restrittive sono le uniche in grado di arginare il problema. Ridurre allo stretto necessario i contatti significa diminuire esponenzialmente le possibilità di contagio.
Speriamo, dunque, che le misure adottate dal Governo servano quantomeno a rendere gestibile una possibile e probabile emergenza e che il sistema regionale regga alle pressioni di questo tsunami sanitario.
Noi medici ce la metteremo tutta per aiutare le nostre comunità a superare la crisi, senza risparmiaci, con lo spirito di sacrificio che i tempi richiedono.
E SI!ADAESDO I LADRI NN POSSONO ANDARE HA RUBARE NE MACCINE E NEGLI APPARTAMENTI .