Il sit-in di protesta si terrà mercoledì in Via Giardinelli
FASANO – Riceviamo e pubblichiamo una lettera che ci giunge da un gruppo di venditori ambulanti fasanesi, stremati dalle chiusure a cui sono costretti.
“Spettabile Redazione, siamo un gruppo di venditori ambulanti di Fasano del settore non alimentare.
Come ormai noto la nostra categoria rientra tra quelle che non vendono “beni essenziali” anche se a dire al vero, il 100% di noi opera sulle piazze per dare un sostentamento alla propria famiglia, ragion per cui ci chiediamo se non siano veramente questi beni essenziali.
In tutta Italia stanno nascendo movimenti spontanei atti a far sentire la propria voce e manifestare il proprio dissenso verso questi provvedimenti governativi.
Successivamente alla protesta di Torino della scorsa settimana, dove sono sfilati centinaia di furgoni di colleghi del luogo, ormai provati da questi provvedimenti vessatori nei confronti della categoria, altre attività produttive hanno cominciato a far sentire la propria voce in varie città d’Italia come Napoli, Bologna, Piacenza ecc. e per restare dalle nostre parti a Lecce, Francavilla, Mesagne ecc.
Se la zona rossa non ha prodotto il calo dei contagi che tutti ci auguravamo, significa che non siamo noi commercianti il problema, perché mentre noi siamo fermi, tutto quello che c’è intorno a noi si muove continuamente e quotidianamente dando spazio solo a pochi la possibilità di lavorare facendo confluire tutta l’utenza presso di loro, quindi l’unica cosa che chiediamo è di riprendere a lavorare perché abbiamo speso centinaia di euro per mettere in sicurezza le nostre attività e siamo scesi a compromessi con i comuni per mettere in sicurezza i mercati e i negozi della città.
Quindi l’appello che rivolgiamo a tutte le attività commerciali di Fasano, ferme ormai da quasi un mese per l’ennesima volta e senza certezza in merito alla data di una riapertura, è quella di partecipare al SIT-IN che si svolgerà mercoledì 7 aprile alle ore 08:00 nell’area mercatale di Via Giardinelli.
Insieme faremo vedere che dietro tutte le bancarelle e le serrande ci sono famiglie che non riescono più a far fronte agli impegni che un’attività presenta quotidianamente e che non riescono più a soddisfare le esigenze minime che una famiglia richiede.
È il momento di alzare la testa e far sentire la nostra voce!”