Fratelli d’Italia minaccia di portare il caso in Parlamento
FASANO – L’Italia è stato uno dei primi paesi a sospendere le lezioni in tutte le scuole e ad oggi 187 paesi hanno seguito l’esempio, per limitare i contagi di Covid-19. In Italia la chiusura delle scuole riguarda 8,3 milioni di studenti.
Di sicuro l’attivazione della didattica a distanza è uno degli argomenti più complessi e controversi che ha interessato gli insegnanti, studenti e famiglie fin dal primo diffondersi del contagio.
Qualche giorno fa, tramite la nostra testata, abbiamo segnalato come la dirigente della scuola media fasanese “Bianco-Pascoli” avesse sospeso la didattica a distanza, senza una chiara motivazione, gettando nello sconforto genitori ed alunni.
Ieri si è tenuto il Consiglio dei docenti, ma la dirigente ha inteso confermare la sospensione – a questo punto divenuta definitiva – delle lezioni a distanza, lasciando operativo il solo registro elettronico.
Quanto accaduto ha scatenato le ire dei genitori, degli alunni ed anche della locale sezione di Fratelli d’Italia che, in tarda serata, ha diramato una nota alla stampa.
“I primi di marzo 2020 – scrive Grazia Neglia, coordinatrice cittadina del partito – viene emesso apposito Decreto della Presidenza del consiglio dei ministri nel quale all’art. 1 si legge che “i dirigenti scolastici attivano, per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità”.
La nuova misura dunque “non prevede più la facoltà ma l’obbligo per i dirigenti di attivare la didattica a distanza”. La didattica a distanza sicuramente non può essere paragonata all’apprendimento in classe ma, come chiarito dalla ministra dell’istruzione Lucia Azzolina, è pur sempre scuola: gli insegnanti fanno lezione, usando strumenti digitali che già conoscevano o esplorandone di nuovi, e gli studenti sono tenuti alla frequenza, collegandosi online.
Le scuole, inoltre, hanno ricevuto i fondi per l’acquisto di computer e tablet da destinare in comodato d’uso agli alunni che ne sono sprovvisti. Un fondo dedicato di ben 85 milioni di euro: 10 milioni destinati a consentire alle istituzioni scolastiche statali di dotarsi di piattaforme e di strumenti digitali utili per l’apprendimento a distanza o di potenziare quelli già in dotazione; 70 milioni a disposizione degli studenti meno abbienti, per fornire loro in comodato d’uso i dispositivi digitali individuali necessari per la fruizione delle piattaforme digitali, nonché la necessaria connettività di rete; 5 milioni dedicati a formare il personale scolastico sulle metodologie e sule tecniche per la didattica a distanza.
Fin qui niente di male visto che è un problema generalizzato sia in Italia che in Europa come nel resto del mondo se non accadesse che a Fasano, presso la Scuola Secondaria Statale di I grado “G. Bianco – G. Pascoli” , la Dirigente Scolastica in data 30 Aprile 2020, con una nota pubblicata sul sito della scuola, sospende totalmente le attività di DAD su piattaforma in uso all’Istituto, a far data dal 4/5/2020 e ad oggi non si ha notizia sulle motivazioni e tanto meno sulla durata di tale interruzione di “pubblico servizio”, precludendo di fatto agli alunni il diritto allo studio.”
A difesa e tutela degli studenti si stanno muovendo anche i Genitori facenti parte del Consiglio d’Istituto, i quali hanno inviato una missiva ai massimi Dirigenti, di ogni ordine e grado, del Ministero e degli Uffici Scolastici Regionali e Provinciali, dichiarando ed evidenziando che “la didattica a distanza (DAD) oltre a garantire il diritto allo studio, permette ai ragazzi di essere “vicini”, di “stare in
contatto”, in relazione continua, relazione insegnante – alunno fondamentale più che mai per gli alunni in questo periodo in cui sono fortemente provati dai cambiamenti di abitudini comunicative e relazionali, di vita quotidiana, di routine in generale“.
Alla luce di quanto riportato sembrerebbe che la locale sezione del partito di Giorgia Meloni, si stia adoperando affinché si faccia chiarezza in maniera urgente, si accertino le responsabilità del caso e si risolva il problema affinché si permetta agli alunni della Scuola il diritto allo studio con la ripresa delle attività di DAD, rivolgendosi ai rappresentanti in Parlamento e Consiglio regionale.
Spero che qualcuno abbia depositato presso i Carabinieri una denuncia penale contro il Dirigente scolastico per interruzione di pubblico servizio. È il minimo, in un paese civile. In un paese incivile verrebbe linciata.