Il dibattito, organizzato dalla Camera Penale di Brindisi, ha approfondito le ragioni di giornalisti ed esperti di diritto
FASANO – Si è tenuto ieri (5 aprile), presso Masseria Torre Coccaro, un interessante dibattito inerente alla approvazione della Legge 15/2024, anche nota come “Legge Bavaglio”, la legge con cui il Parlamento ha incaricato il Governo di introdurre norme a tutela del principio di non colpevolezza per le persone indagate o imputate.
L’incontro è stato organizzato dalla Camera Penale “Oronzo Melpignano” di Brindisi in collaborazione con il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Brindisi, ed è stato promosso dall’editrice di GoFasano Laura De Mola.
Presente all’incontro Massimo Giletti, noto giornalista recentemente rientrato in Rai, che si è espresso sin da subito su una posizione più critica nei confronti della proposta di legge oggetto dell’incontro: una proposta di legge che, a detta di Giletti, andrebbe a ridurre il diritto di cronaca e la libertà di stampa, costituendo dunque un possibile “pericolo” per il giornalismo e per la democrazia.
Fra gli esperti di Diritto intervenuti l’Avv. Rinaldo Romanelli, Segretario Nazionale dell’U.C.P.I., ed il Giudice Dr. Maurizio Saso, Magistrato di lungo corso, Presidente della Sezione Penale del Tribunale di Brindisi.
Ad aprire la tavola rotonda i saluti dell’Avv. Giancarlo Camassa, Presidente della Camera Penale “Oronzo Melpignano” di Brindisi, dell’Avv. Vito Melpignano, Responsabile dell’Organismo di Controllo dell’U.C.P.I., l’Avv. Carlo Carrieri, Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Brindisi, e dell’Avv. Mauro Blonda, Componente dell’Osservatorio Progetto Scuola della Camera Penale “Oronzo Melpignano” di Brindisi. Il dibattito è stato moderato dall’Avv. Pasquale Annicchiarico, Componente di Giunta dell’U.C.P.I.
Fra i giuristi presenti alcuni hanno sostenuto una posizione piuttosto a favore della proposta di legge, sottolineando la necessità di un rafforzamento della presunzione di innocenza, in linea con quanto indicato dalla direttiva europea 343 del 2016. L’articolo 4 della legge, infatti, impedisce nello specifico la pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare fino al termine delle indagini preliminari o dell’udienza preliminare. Questo, secondo i sostenitori, eviterebbe il rischio di pregiudicare l’opinione pubblica e garantirebbe un processo equo agli imputati.
La parte critica degli esperti, invece, così come quella di buona parte dei giornalisti, ha fatto notare come la restrizione sulla pubblicazione delle ordinanze, a loro avviso, limiterebbe la trasparenza e l’accesso alle informazioni, impedendo ai media di svolgere il loro ruolo di controllo sul potere giudiziario.
Il dibattito rischia di restare molto acceso, con la Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI) che nelle scorse settimane ha più volte espresso preoccupazioni sul possibile smantellamento dell’articolo 21 della Costituzione italiana, che tutela la libertà di espressione.
La questione resta delicata: trovare un equilibrio tra la protezione dei diritti degli imputati e mantenere una stampa libera e indipendente. Il futuro dirà se questa legge sarà in grado di bilanciare efficacemente questi due aspetti fondamentali della società.
All’incontro, molto partecipato, hanno preso parte diversi avvocati del foro di Brindisi e di Bari, così come anche giornalisti e comuni cittadini, per discutere di un tema che indubbiamente continuerà a tenere banco all’interno della dialettica politica nazionale.
Fotoservizio di Mario Rosato.