In scena la graffiante commedia firmata da Joe Orton con una trascinante Marina Massironi
FASANO – Il malloppo, scritto a metà degli anni ’60 da Joe Orton, è una storia grottesca che regala sorrisi dal sapore acido.
Penna amara e spinta inglese quella del commediografo di Leicester, che non a caso ha dato origine al termine Ortonesque, cioè scandalosamente macabro.
Un testo denso di rimandi alla società dell’epoca che, nonostante il sapore vetusto, riflette i molti vizi e le poche virtù di quella attuale.
La commedia è andata in scena ieri (7 febbraio) al Cinema Teatro Kennedy nell’ambito della Stagione di Prosa, organizzata dal Comune di Fasano e dal Teatro Pubblico Pugliese.
Siamo alla veglia funebre della signora McLeavy.
L’astuta infermiera Fay (Marina Massironi) minaccia il fresco vedovo bacchettone (Valerio Santoro): la defunta moglie l’ha nominata erede universale e a lui non rimane che la sposi il prima possibile.
Nel frattempo arriva il figlio di McLeavy, Hal (Giuseppe Brunetti) che con l’aiuto dell’amico e complice Dennis (Davide Cirri), ha da poco svaligiato una banca.
I due impacciati rapinatori intendono nascondere il malloppo nella bara destinata alla morta e occultare quest’ultima nell’armadio.
L’assurdo piano sembra andare in porto quando sopraggiunge sotto mentite spoglie, l’ispettore di Scotland Yard Truscott (Gianfelice Imparato).
Questo spinge i due balordi ad allearsi con l’infermiera, che si scoprirà rea di aver fatto fuori sette mariti oltre che la signora McLeavy.
Non solo, una parte del malloppo andrà all’uomo della legge per pagare il suo silenzio.
Una commedia gradevole, in cui vil denaro, menzogne, ipocrisia, fideismo, razzismo e corruzione, fanno ruotare una girandola di gag dal tipico humor anglosassone.
A una regia attenta ai fondamentali tempi comici, fa da contraltare la superba interpretazione di Marina Massironi.
Solide le interpretazioni dei suoi colleghi maschi. Spiccano quella di mestiere di Imparato e quella di Brunetti, abile nel disegnare un personaggio goffo e in preda al difetto di dire sempre la verità.
Fotoservizio di Mario Rosato.