Riuscita l’operazione nostalgia ideata e promossa dalla “LDM” di Laura De Mola in collaborazione con lo Studio Catino & Giglio di Roma
FASANO – L’Italia negli anni ’60 fece gridare a un miracolo economico. Un boom che portò una profonda trasformazione nello stile di vita e nei consumi, e che fa ormai parte del nostro DNA nazionale.
Un rinnovamento che coinvolse anche la musica: il bel canto lasciava spazio a quelle canzonette pop che tuttora, a distanza di sessanta anni, molta gente continua a canticchiare.
Sull’onda di queste emozioni nasce l’idea vincente di I Migliori Anni, l’evento andato in scena ieri (9 luglio) in una gremitissima piazza Ciaia, nato dalla tenacia e dalla fantasia di Laura De Mola e Giovanni Giglio e reso possibile dalle loro rispettive LDM Services & Communication e Studio Catino & Giglio di Roma.
La riuscita operazione nostalgia, accolta con vere e proprie ovazioni dal pubblico fasanese – e che per circa tre ore ha cantato a squarciagola – è stata affidata a Mara Venier, l’esuberante zia della tv italiana.
A riempire l’allegro e trascinante contenitore musicale, un manipolo di artisti che non hanno certo bisogno di presentazioni.
In apertura Jerry Calà, che ha scaldato i motori trascinando il pubblico con un potpourri di vecchi successi, una sorta di hit parade delle gite: da Con il nastro rosa a La canzone del sole di Battisti, da Sapore di mare a Maracaibo, per poi chiudere con Ancora, la canzone che lo ha legato alla Venier, con la quale è stato sposato tre anni.
Subito dopo sul palco è salito Maurizio Vandelli, leader dell’Equipe 84, che ha eseguito alcuni suoi cavalli di battaglia: Bang Bang, 4 marzo 1943, 29 settembre, Un’avventura, Tutta mia la città e Io ho in mente te.
A seguire Bobby Solo, che ha aperto la sua selezione con due pezzi rock and roll: Cry e Can’t help falling in love. Quindi le immancabili Non c’è più niente da fare, Se piangi se ridi e Una lacrima sul viso.
Unica signora in scaletta, la strepitosa – quando canta lei c’è solo da imparare – Orietta Berti, da anni consacrata icona indiscussa degli artisti della nuova scena musicale.
L’Orietta nazionale, con voce limpida e senza una benché minima incrinatura, ha eseguito il tormentone Mille, seguita dalla sanremese Quando ti sei innamorato e il tormentone house scritto per lei da Hell Raton, Luna Piena.
E ancora l’intensa Il coraggio di chiamarlo amore, La discoteca italiana, tormentone di questa estate scritto e cantato con Rovazzi e, in chiusura, l’eterna Fin che la barca va.
Dopo l’usignolo di Cavriago è stata la volta di Michele (all’anagrafe Gianfranco Michele Maisano) che ha cantato Se mi vuoi lasciare, Dite a Laura che l’amo (dedicata a Laura ‘Deus ex-machina’ De Mola), Ho camminato e Susan dei marinai, testo scritto dal grande Faber.
A chiudere la kermesse, la voce unica e graffiante di Fausto Leali che ha aperto con Debora, seguita dalle sanremesi Mi manchi, Io amo e Ti lascerò (in coppia con sua moglie Germana). A chiudere l’immancabile A chi.
Gran finale, tutti gli artisti sul palco e il pubblico tutto in piedi, a cantare tutti insieme Nel blu dipinto di blu, Marina e Io vagabondo, a sigillo di una godevolissima serata.
Un format che ha funzionato e che potrebbe essere replicato in futuro. Sarà pur vero che sono solo canzonette, ma il pubblico le ama. Perché, citando Vandelli, sono belle.
Fotoservizio di Mario Rosato, Francesco Schiavone e Angelo Ancona.