Il balletto in tre atti, tratto dall’opera di Gianni Rodari, è andato in scena ieri sera al Teatro Kennedy
FASANO – Che prezzo ha la libertà, e cosa si è disposti a fare per non perderla?
È una tema forte, protagonista di “Cipollino”, lo spettacolo andato in scena ieri sera (25 giugno) al Teatro Kennedy, a chiusura della stagione di danza della “New Pas de Deux”.
Il balletto in tre atti, tratto dalla storia del 1951 “Le avventure di Cipollino” dello scrittore Gianni Rodari, e tradotto in decine di lingue, ha tenuto incollati gli spettatori per oltre due ore, grazie alle musiche del compositore russo Karen Khachaturian e le coreografie dei maestri della scuola, Antonio Aguila Carralero e Rosa Cariulo.
Chiara sin da subito è la dicotomia che si crea fra le povere (ma felici) famiglie di verdure – zucchine, radicchi, zucche e, appunto, cipolle – e le verdure più nobili, come pomodori, limoni e ciliegie.
L’allegra danza pervade l’atmosfera dell’inizio del Primo Atto, con Cipollino (Gaia Goffredo) e Ravanella (Laura Moncalvo), che prendono possesso della piazza del paese. Ma l’allegria si fonde con la speranza della tenera Zucca (Gabriella Semeraro), il cui unico sogno sarebbe quello di costruire una casa.
Un sogno, appunto, che verrà presto interrotto dal Cavalier Pomodoro (Stefano Zizza) e le sue guardie, che annunciano in pompa magna l’arrivo dell’altezzosa Regina Limone (Carlotta Brunetti), temuta per le sue leggi ingiuste. A sfidare l’aristocratica è involontariamente proprio Cipollino, che pesta il suo piede e si attira le ire della Regina.
Fra l’arresto di una popolana, poi salvata grazia all’amicizia fra Cipollino e Contessino Ciliegia (Leon Aguila Carralero), e la casa di Zucca ridotta in pezzi, cresce il desiderio di rivalsa di Cipollino che, in una serie di scherni e sberleffi, senza mai ricorrere alla violenza, riesce ad averla vinta sul terribile Cavaliere e la sua Regina, con le guardia e i limoncini costretti a lasciare per sempre la città.
Il saggio, come già anticipato, concentra il proprio focus sull’inestimabile valore della Libertà, e su quella che è ancora la viva lotta (non violenta) fra oppressi e oppressori. Un tema maturo, portato in scena con la grazia e il divertimento di cui son stati degnamente capaci i giovani allievi e le allieve della scuola.
Fotoservizio di Francesco Schiavone.