Appuntamento al Teatro Sociale alle 19 con l’evento curato dall’università di Ioannina
FASANO – Una donna che ha vissuto nell’oscurità e poco nella luce. E che si vuole far emergere per rimediare all’ingiustizia storica che l’ha condannata al silenzio, come una punizione.
Tutto questo è lo spettacolo teatrale Eleni Angelina Doukaina di Katerina Schismenou per la regia di Sotiris Sarlis curato dall’università di Ioannina che andrà in scena il 29 marzo al Teatro Sociale (ore 19).
L’evento rientra nelle attività del “Progetto Hermes – Heritage Rehabilitation as Multiplier cultural Empowerment within Social contest”, finanziato dal programma di cooperazione transfrontaliera Interreg V/A Grecia-Italia 2014-2020, di cui Città di Fasano è il Comune capofila, e che è in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese.
Protagonisti dello spettacolo sono: Mitsi Zinovia, Eleni Angelina Doukaina – Sotirios Sarlis, Papa, Manfredi Re di Sicilia e marito di Eleni – Eleni Chalkia, suora – Giannouli Maria& Papadakou Virgenia, guardie
Sinossi. Eleni Angelina Doukaina è un personaggio storico che nasce nel Medioevo. Eleni, figlia di Teodora Petralifa e di Michele II Komnenos Doukas, “despota” dell’Epiro, ha una storia molto tragica. La regista ha realizzato il ritratto di Eleni Angelina Doukaina anche attraverso le molteplici prospettive che l’arte e la storia offrono come testimoni lontani nel Medioevo.
L’approccio adottato, dopo aver ricercato fonti di ogni tipo, presenta Eleni alla fine della sua vita, rinchiusa poco prima della sua fine a Nocera, dove muore profondamente ferita dalla sorte della sua fortuna e di quella del marito, che trova una tragica morte nella battaglia di Benevento e non gli è stato permesso di essere sepolto, poiché era stato scomunicato dal Papa. Eleni si sforzò di partire per l’Epiro, ma la tempesta di marzo non glielo permise. Fu catturata e i suoi figli furono portati via da lei e imprigionati in altri castelli, poiché la sua fine era ormai predeterminata e la morte era molto vicina.
Con questo monologo teatrale, si mettono in luce gli ultimi pensieri di una principessa condannata a morte che parte nel 1259 da Arta, in Epiro, e quindi, con il matrimonio con Manfredi, diventa duchessa di Puglia e principessa di Kapi nella cattedrale di Trani. Eleni vive in un periodo di transizione per la sua regione, dove dal dominio tedesco degli Hohenstaufen si passa a quello francese degli Angiò. E questo cambio di sovranità Eleni lo pagò con la propria vita, con quella del marito e con quella dei figli, che le furono tolti quasi da neonati e morirono di fame, quasi ciechi e pazzi per la prigionia, tranne la figlia Beatrice. Una storia tragica del Medioevo che ha certamente molto da dire sulla nostra storia europea moderna.
Le colonne sonore dello spettacolo teatrale, a cura di Antonios Ververis, includono suoni tradizionali del Mar Egeo e dello Ionio con motivi antichi e strumenti tradizionali. I musicisti sono studenti del Dipartimento di Studi Musicali dell’Università di Ioannina e gli attori sono amatoriali.