Ieri, una commemorazione in Piazza Ciaia a cura dell’Università del Tempo Libero e dell’Amministrazione comunale
FASANO – Difendere le proprie idee di libertà a costo della vita pare essere un tema sempre attuale ma Fasano non dimentica chi si è speso per la conquista di questo grande valore. Ieri, giovedì 2 maggio, in Piazza Ciaia, la città ha commemorato Anna Teresa Stella, brutalmente uccisa perché sostenitrice delle idee giacobine in epoca borbonica.
L’Università del Tempo Libero “San Francesco d’Assisi” e l’Amministrazione comunale hanno voluto ricordare la donna, fasanese d’adozione, a 220 anni dal suo assassinio avvenuto il 27 aprile 1799.
Dopo i saluti dell’assessore alle Pari Opportunità Cinzia Caroli e del consigliere provinciale Giuseppe Pace, la parola è passata alla presidente dell’Utl Palmina Cannone che ha raccontato al pubblico presente, composto da rappresentanze delle varie associazioni fasanesi e da una classe della scuola elementare del Secondo Circolo Didattico, la storia di Anna Teresa Stella.
«Il futuro ha un cuore antico e noi adulti abbiamo il dovere morale di trasmettere la storia alle nuove generazioni – ha affermato la Cannone – Il grido di Anna Teresa Stella rappresenta la verità. Fu uccisa il 27 aprile 1799 in piazza Ciaia, all’epoca Piazza del Popolo. Fu un efferato femminicidio. Originaria di Trani, sposò il fasanese Lorenzo Goffredi. Una donna aristocratica, colta, una rarità in quell’epoca di sottomissione e analfabetismo. Amata dai fasanesi, simpatizzò per le idee giacobine e fu seguace di Ignazio Ciaia, animando la lotta per la libertà, la fraternità, l’uguaglianza. Rimase vedova all’età di 40 anni. Il 27 aprile venne catturata e portata in piazza dai borboni dove, dopo un tentativo di fucilazione, fu decapitata da Cataldo De Santis che mostrò il suo corpo martoriato ai cittadini, come “lezione”. Il cadavere fu infatti trascinato per le strade e fatto selvaggiamente a pezzi come monito ai cittadini di idee liberali. Un’altra versione – ha aggiunto la presidente – racconta che fu l’abitino della Madonna indossato sotto i vestiti, a proteggerla dai colpi di fucile».
«Ricordiamo i valori conquistati con sacrificio – ha ribadito l’assessore Caroli – Non dimentichiamo il contributo che hanno dato le donne anche in epoche difficili».
Presenti alla cerimonia, Enzo e Gianni Goffredi, pronipoti di Anna Teresa Stella, che sono riusciti a strappare una promessa all’Università del Tempo Libero: ritrovare i resti della donna, una volta conservati in Chiesa Matrice ma poi scomparsi con il restauro.
La mattinata si è conclusa con la deposizione di due corone di fiori sulla lapide che la città aveva dedicato a Donna Stella nel 2011: fiori rossi come il sangue innocente versato e orchidee per rappresentare la delicatezza femminile.