
Il giovane fasanese lottò contro un osteosarcoma e la sua storia giunse ovunque, oltralpe e persino in Parlamento
IL RICORDO – “Ebbene si, eccoci arrivati alla battaglia finale, siamo io e lui, uno dinanzi all’altro… ed io lo guardo in faccia!”.
Sono trascorsi due anni da quando Giovanni Custodero, il Guerriero Sorridente, si è spento dopo una lunga e dura battaglia contro la malattia, ma il suo ricordo rimane vivo nella nostra comunità ed in tutto quello che ha saputo lasciare: la forza per non arrendersi mai, la capacità di saper lottare contro il proprio male ed in ultimo, non per importanza, l’associazione che porta il suo nome, guidata da sua sorella Mariana Custodero e da mamma Elena. Una realtà composta da centinaia di soci e che oggi si fa promotrice di molte iniziative in ambito sociale e non solo.
Giovanni ha condotto una battaglia fatta di dignità, forza e coraggio smisurati, così tanto grandi in un ragazzo di appena 27 anni. Prepararsi alla fine, esserne coscienti, andarsene lasciando l’ultima lezione a tutti: “Ho deciso”. La decisione di poter disporre della propria sofferenza, del proprio dolore, così da voler scegliere di addormentarsi ancor prima della fine.
Il tutto era cominciato da un sarcoma diagnosticato tre anni prima della sua morte – a cui era seguita l’amputazione di una gamba – e che gli aveva sconvolto la vita. Proprio due anni fa, il 12 gennaio 2020, il giovane fasanese si spense andandosene come solo i guerrieri sanno fare. La vittoria di Giovanni è in tutto quello che ha lasciato: speranze, sorrisi e voglia di vivere, pur nelle avversità che la vita ci pone sul nostro cammino.
La sua storia era giunta ovunque, in tutto il Paese e anche oltralpe, persino tra i banchi del Parlamento, tanto che sia durante la sua lotta che nel giorno della sua scomparsa, tutti i media nazionali hanno parlato della sua battaglia e della sua forza, riservando a Giovanni un pensiero davvero commovente e raccontandolo a milioni di italiani.
“Noi, proprio noi, che quando la storia di Giovanni farà meno rumore di oggi – scrivevamo nel nostro saluto a Giovanni pubblicato sulla nostra testata giornalistica – torneremo ad occuparci delle frivolezze di questa esistenza, a starci male, a sbatterci la testa, a rovinarci le giornate per niente. A noi che capiremo il sacrificio di questo grande uomo – e di tutti coloro che hanno sofferto e soffrono ancora – quando sapremo dare a questa vita il valore che merita. Anche e soprattutto quando ci si rivolta contro, nel peggiore dei modi, e lasciamo il campo prima ancora del fischio d’inizio. Impariamo a fare come Giovanni, che la partita – quella contro il male – ha deciso di giocarsela tutta.”
Questo è il nostro commosso ricordo, due anni dopo, con il suo sorriso ancora impresso nella nostra mente e nei nostri cuori.
Ciao Giovanni, non ti abbiamo dimenticato, ovunque tu sia.